Cresce il fermento nelle scuole

E’ soprattutto a livello territoriale che va crescendo la mobilitazione contro i provvedimenti del governo in materia di istruzione. Soprattutto contro i tagli di organico e contro il maestro unico. E soprattutto, anche se non solo, per iniziativa dei precari, che vedono restringersi grandemente le loro opportunità di lavoro.

Non si contano le iniziative locali, in buona parte promosse o coordinate dai sindacati, confederali e autonomi (i CUB hanno indetto uno sciopero per il 17 settembre), ma spesso decise da organizzazioni già note, come l’associazione “Per la scuola della Repubblica” di Firenze, e perfino da comitati sorti ad hoc, come quello formato da genitori e docenti a Bologna, che ha deciso di “accogliere la ministra Gelmini con segnali di protesta”  in occasione della sua presenza in città il giorno 19 settembre, e di indire una manifestazione cittadina delle scuole per il successivo venerdì 26 settembre.

Da notare che in molti casi si verifica una consonanza, che non si registrava da tempo (occorre risalire alle battaglie anti-Moratti per il tempo pieno e contro il tutor), tra l’iniziativa sindacale e quella politica, essendosi il PD fatto promotore di azioni di protesta e sensibilizzazione dell’opinione pubblica in numerose città e Regioni.