Nuovo Dpcm entro stasera, le misure per la scuola

La curva dei contagi non sembra dare cenni di rallentamento, per questo il Premier Conte accelera. Si va dunque verso un nuovo Dpcm, atteso per oggi, lunedì 2 novembre. Le indicazioni del Cts: “Nessun lockdown nazionale né regionale ma chiusure provinciali laddove è necessario; rivedere il trasporto pubblico”. Gli esperti sottolineano di attendere qualche giorno prima delle nuove misure. Intanto sembra che il nuovo Dpcm  metta a rischio la didattica in presenza dalla terza media. Azzolina: “Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione”. Il Premier Conte ha comunicato le misure inserite nel nuovo Dpcm alla Camera. Stasera attesa la firma. Il tentativo che si sta facendo è non paralizzare il Paese: non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, “un lockdown light”. Così la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su Rai Radio1 a Radio anch’io. “È abbastanza complicato – ha spiegato – cercare di fare una misura sartoriale basata su zone, è uno sforzo grandissimo che stiamo facendo. Il tentativo è non paralizzare il paese, voglio che sia chiaro. Non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, light”. 

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“Nuovo corpus di misure restrittive prima di mercoledì” ha annunciato il Premier che si è detto “Disponibile ad accogliere osservazioni delle opposizioni. La pandemia corre in tutto il mondo, in particolare in Europa. Quadro critico ed è in ulteriore peggioramento. L’interlocuzione con il parlamento è fondamentale, per questo ho ritenuto di rimettere ai due rami del parlamento ogni decisione in ordine agli strumenti per contrastare la diffusione del contagio. Gli italiani contagiati sono di numero ben più elevato rispetto alla prima ondata anche se la qualità dei contagi è diversa e inferiore. Oggi fino al 95% delle persone presentano sintomi lievi. Non stiamo subendo una insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva, ma registriamo un crescente preoccupante affollamento dei restanti reparti. A ieri risultano ricoverati in terapia intensiva 1939 persone. I pazienti in terapia intensiva sono al momento poco più della metà dei posti letto attivati grazie alle forniture del governo con il commissario straordinario. La cura presso i domicili serve per alleggerire gli ospedali, Arcuri ha acquistato 10 milioni di test rapidi in modo da ridurre le quarantene. E’ stata avviata una richiesta per tamponi molecolari che porterà 250 mila tamponi molecolari al giorno. In questo modo aumenterà lo screening della popolazione italiana fino ad arrivare a 350 mila test al giorno, con uno scenario avverso disporremo anche di personale militare. L’evoluzione dell’epidemia risulta però molto preoccupante.  Ci sono specifiche criticità in Regioni e province autonome. L’Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e  delle aree mediche nel prossimo mese. Riteniamo necessario assumere una decisione che contempli nuovi interventi restrittivi modulati sulla base del livello di rischio concretamente rilevato sui territorio. Sulla base dei criteri scientifici, oggettivi, sarà necessario introdurre un regime differenziato basato su diversi scenari regionali”.

“Per l’intero territorio nazionale – ha detto ancora Conte – intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari  parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri. Chiudiamo i corner per le scommesse e giochi ovunque siano, chiuderanno anche musei e mostre”.  Nel Dpcm si prevede “anche integralmente la didattica a distanza per le scuole di secondo grado”.

Intanto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, proprio questi fine settimana ha ribadito l’importanza della didattica in presenza dalla sua pagina Facebook: “Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione. Significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo”.

“In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti – ha detto ancora Azzolina -. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli. Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi. Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole”.