Cosa pensano i giovani degli scontri alla Camera?

Le cronache non ci hanno raccontato se mercoledì scorso alla Camera, durante lo scontro tra deputati e il putiferio che ne è seguito, ci fossero tra il pubblico che assisteva alla seduta anche classi di studenti in visita, come a volte capita.

Crediamo (e speriamo) di no, perché quegli scontri, quelle violenze verbali e fisiche, non solo sono state, eufemisticamente parlando, poco edificanti, ma per le giovani generazioni sarebbero state certamente diseducative e disorientanti per l’immagine delle istituzioni e il valore della politica.

Anche se probabilmente a Montecitorio, data l’ora tarda, non vi erano studenti ad assistere alla seduta, purtroppo nelle case delle famiglie italiane quelle scene sono entrate prepotentemente, quindi anche agli occhi dei minori, non protetti dal bollino rosso che accompagna i film sconsigliati per scena di violenza o di sesso. E certamente il segno, sconfortante, lo hanno lasciato.

Fatti del genere non aiutano i giovani a ritenere e a convincersi che la politica sia fatta di confronto di idee e di dialettica di posizioni. E quei fatti non aiutano nemmeno a ritenere che il Parlamento, nella sua sacralità laica, sia uno dei luoghi più importanti tra le istituzioni attraverso cui si realizza la volontà popolare.

Anche il segretario generale della Cei, Monsignor Nunzio Galantino, ha commentato quanto accaduto alla Camera, sottolineando: “È chiaro che quello che è successo è scandaloso. È chiaro che quello che è successo è mortificante per l’Italia e per tutti quanti noi. Però, siccome non vogliamo farci prendere anche noi in quel tipo di palude, vogliamo pensare, amiamo pensare – e sono certo che sia così – che c’è anche dell’altro”.

Anche noi sappiamo che in Parlamento e fuori c’è dell’altro. Positivo. Ma i giovani lo sanno e, soprattutto, ci credono?