Corsi quadriennali, quando la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra…

Il MIUR a volte non riesce a parlare una sola "lingua", con il rischio di "annebbiare" la capacità di orientamento dei cittadini. Un esempio?
Dentro e fuori le reti web molti si chiedono in questi giorni se chi è in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore quadriennale può iscriversi all’Università. La domanda è meno peregrina di quanto possa sembrare, e bisogna risalire a qualche mese fa per rendersene conto.
Gli interrogativi nascono infatti dalla comunicazione del 23 maggio 2003 del Dipartimento per la programmazione, il coordinamento e gli affari economici del MIUR, con la quale si partecipa ai Rettori degli atenei che possono iscriversi a tutte le facoltà universitarie anche i possessori di un titolo rilasciato a conclusione di un corso di studi di istruzione secondaria superiore di durata quadriennale.
Quasi in parallelo, il Dipartimento per lo sviluppo dell’Istruzione dello stesso dicastero, con circolare del 18 settembre 2003, diretta alle scuole sul territorio ed ai Rettori, fornisce indicazioni per l’attuazione per lo stesso anno scolastico 2003/2004 dei corsi integrativi per i diplomati dei licei artistici, i quali "hanno accesso diretto all’Accademia di Belle Arti, se provenienti dalla prima sezione, ed alla facoltà di architettura, se dalla seconda". I licei artistici sono integrati "per consentire l’iscrizione degli alunni a corsi di laurea diversi da quelli di cui sopra, da un corso annuale integrativo da organizzarsi dai provveditorati agli studi, in ogni provincia, sotto la responsabilità didattica e scientifica delle Università, sulla base di indicazioni impartite dal Ministro della Pubblica istruzione".
Indirizzo politico che trova conferma nei contenuti della legge di riforma della scuola del 28 marzo 2003, n.53 che sembrano così essere disattesi, in questo caso, proprio dagli "addetti ai lavori", nonostante la massiccia campagna pubblicitaria promossa dal ministero.
A questo punto sarebbe bene che l’ufficio legislativo del Miur chiarisse – per sgombrare ogni dubbio, anche sulla base del recente parere espresso dal Cun – che la comunicazione del 23 maggio è annullata.