Corruzione anche a scuola, fenomeno mondiale

Presentato dall’Unesco il rapporto “Corrupt schools, corrupt universities: What can be done”.  L’illecito anche nell’ambito del settore educativo è un diffuso fenomeno di portata mondiale.

Ad affermarlo, sulla base di un lavoro di ricerca durato diversi anni e condotto in oltre 60 paesi su fonti dei diversi ministeri, delle agenzie di sviluppo e degli istituti di ricerca nazionali sui temi dell’etica e della corruzione nei sistemi educativi di tutto il mondo, sono Jacques Hallak e Muriel Poisson nel rapporto “Corrupt schools, corrupt universities: What can be done”, realizzato dall’International Institute for Educational Planning (IIEP) dell’UNESCO e presentato una settimana fa a Parigi.

Le forme di illegalità si chiamano bustarelle, tangenti, criteri legali stravolti e non rispettati, diversione, uso illegale e furto di denaro pubblico, appropriazione indebita, favoritismo, frodi, lavoratori fantasmi, nepotismo, tasse di registro illegali, falsi diplomi, gare d’appalto truccate. E come se non bastasse le false università che promettono falsi diplomi su internet passati da 200 a 800 tra il 2000 e il 2004.

Come ha sottolineato il Direttore Generale dell’Unesco, Koïchiro Matsuura, si tratta di un fenomeno che non solo ha un costo che può essere stimato in miliardi di dollari, ma indebolisce seriamente e avario livello gli sforzi per assicurare a tutti, a ogni età e in ogni parte del mondo la possibilità di studiare.