Contributo dei genitori: quanta ipocrisia!

Il problema del contributo, cosiddetto volontario, richiesto ai genitori da parte delle scuole è tornato prepotentemente d’attualità dopo che in Emilia molti presidenti dei consigli d’istituto nei giorni scorsi avevano inviato al premier Renzi una lettera (di cui Tuttoscuola ha dato ampio risalto), invocando soluzioni alternative per assicurare, comunque, il funzionamento della scuola.

Della questione si sono interessati i mass media che, però, nel complesso hanno preferito guardare il dito, anziché la luna, cioè mettere in risalto comportamenti non conformi di talune scuole che pretendono obbligatoriamente i contributi, anziché indagare sulla vera causa (grave insufficienza dei finanziamenti statali) che induce diversi capi d’istituto a pretendere (sbagliando) il contributo.

Nella loro lettera i presidenti emiliani chiedevano soluzioni alternative al contributo ‘volontario’ per poter assicurare il funzionamento dei servizi e dei laboratori scolastici. Ma le prime risposte in merito si sono limitate a ricordare il carattere volontario dei contributi e a tuonare contro quei dirigenti scolastici che sembrano ignorare le ‘grida’ ministeriali.

Quanta ipocrisia!

– Il contributo scolastico volontario “è del tutto facoltativo ed è illegittima la pretesa di quegli istituti che lo richiedono spacciandolo per obbligatorio”. Lo ha ricordato anche Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori facendo riferimento a recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sulle richieste illegittime di alcuni presidi alle famiglie degli studenti -.

Il ministro Giannini aveva, infatti, tuonato contro l’imposizione del contributo, ricordando, appunto, recenti note ministeriali in merito.

Ma tutto questo i capi d’istituto lo sanno: chiedono risposte per soluzioni alternative che possano colmare il profondo rosso delle casse scolastiche che da anni ricevono proprio dal Miur irrisori finanziamenti insufficienti al funzionamento.

Invece di soluzioni arrivano bacchettate!

Tuttoscuola, raccogliendo il grido di dolore dei capi d’istituto, aveva avanzato, un po’ provocatoriamente, alcune ipotesi per dare soluzione al problema:

A parte l’ovvia soluzione di finanziare adeguatamente le istituzioni scolastiche (di questi tempi non sembra un’operazione immediatamente possibile e facile), si fanno strada vie d’uscita straordinarie: rendere obbligatorio il contributo eventualmente in base al reddito; includere le istituzioni scolastiche tra i soggetti che possono fruire del 5 per mille; oppure individuare nuovi modelli di finanziamento, attingendo a risorse di soggetti privati, che vadano oltre l’intervento delle famiglie. Una terza via che promuova alleanze efficaci ed intelligenti tra privato e pubblico  soprattutto quando il primo dà segni di responsabilità sociale ed ha il coraggio di fare progetti.