
Contratto scuola, riparte il confronto. Valditara: ‘Stanziati 240 milioni’. Le questioni ancora aperte

Dopo la pausa estiva, i riflettori tornano puntati sul rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca. Lo scorso 4 settembre, all’Aran, si è tenuto il primo incontro con le organizzazioni sindacali: un confronto che, sebbene interlocutorio, segna la ripresa di un percorso complesso e ancora tutto in salita. A sollecitare un’accelerazione dei tempi è lo stesso presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, che nel suo recente podcast ha ricordato come il contratto della Scuola sia tra quelli del triennio 2022-2024 ancora da chiudere. “Siamo in una fase di transizione”, ha spiegato Naddeo: da una parte occorre chiudere i contratti ancora aperti (Enti locali, Scuola, Sanità), dall’altra si apre già la stagione dei rinnovi 2025-2027, con risorse già stanziate dalla legge di Bilancio.
Prossimo appuntamento il 24 settembre
Secondo quanto comunicato dalla Flc Cgil, il prossimo incontro è fissato per il 24 settembre alle ore 11:00. Ma cosa ci si può aspettare? Le aspettative del personale scolastico sono alte, ma le risorse finora messe in campo rischiano di produrre un aumento salariale percepito come irrilevante. La quota prevista del 6% – valida per tutti i comparti pubblici – equivarrebbe, per docenti e ATA, a un incremento medio di circa 70-80 euro netti, di cui la metà è già erogata da oltre un anno tramite l’indennità di vacanza contrattuale. Quando il contratto andrà a regime, l’aumento visibile in busta paga potrebbe essere inferiore ai 40 euro.
Verso un anticipo sulle risorse future?
Una delle ipotesi sul tavolo, ventilata dallo stesso Naddeo, è quella di integrare le risorse attuali con parte dei fondi già previsti per il triennio 2025-2027. Una misura che potrebbe rendere più significativo l’aumento contrattuale e contenere il malcontento diffuso tra il personale scolastico.
Tuttavia, la partita non si gioca solo sul terreno economico. “Il contratto non riguarda solo gli stipendi, ma anche la valorizzazione delle competenze digitali, il benessere organizzativo, il welfare aziendale e le misure di age management”, ha ricordato Naddeo, sottolineando la difficoltà di coniugare i vincoli di bilancio con l’obiettivo di rendere la Pubblica Amministrazione più attrattiva.
Le tensioni sul ruolo dei dirigenti e la carriera dei docenti
Tra le questioni più controverse figura l’eventuale ampliamento dei poteri disciplinari dei dirigenti scolastici, proposta respinta dai sindacati che chiedono garanzie di imparzialità nelle procedure sanzionatorie. Più articolato il dibattito sul “middle management”: alcune sigle vedrebbero con favore un riconoscimento contrattuale dei collaboratori dei dirigenti, ma altre – come Flc Cgil e Gilda – si oppongono fermamente.
Tante le istanze ancora aperte
La piattaforma sindacale è ampia: dalla richiesta di portare la Carta del docente nello stipendio (con il rischio, però, di riduzioni dovute alle trattenute fiscali), alla mobilità bloccata per i neoassunti, fino all’estensione dei permessi per il personale precario. Tra le proposte figura anche l’introduzione di indennità per chi lavora in contesti particolarmente disagiati, nonché la contrattualizzazione di alcuni benefit annunciati dal ministro Valditara.
240 milioni per la scuola: annuncio del ministro Valditara
Proprio Valditara, lasciando Palazzo Chigi dopo l’approvazione del decreto per l’avvio dell’anno scolastico 2025/26 e la riforma dell’esame di Stato, ha dichiarato che sono stati stanziati 240 milioni di euro una tantum per il contratto del personale scolastico. “Una misura molto importante“, ha sottolineato, destinata a sostenere gli stipendi nel quadro del nuovo contratto.
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