Contratto: dirigenti ingabbiati

La figura del dirigente scolastico non esce certamente rafforzata dal contratto della scuola sottoscritto dal quartetto CGIL-CISL-UIL-SNALS (il testo è pubblicato nei rispettivi siti Internet). Non è che l’ANP (che ora si chiama “associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola”) non se lo aspettasse, come mostrano sue prese di posizione anche recentissime (www.anp.it). Era perfino circolata l’ipotesi che il vicario sarebbe stato scelto dal collegio dei docenti in una rosa di tre proposti dal dirigente: il perfetto rovesciamento della regola, in vigore da moltissimo tempo, che consente al dirigente di scegliere tra i docenti votati dal collegio.
Alla fine l’accordo al tavolo contrattuale è stato raggiunto, ma con una soluzione inattesa: la soppressione della figura del vicario, o vicepreside, proprio la più emblematica tra quelle figure ad “alta professionalità” alle quali l’ANP aveva rivolto le sue proposte di collaborazione e rappresentanza con il suo convegno del 7 maggio 2003. E se è vero che il contratto consente al dirigente di scegliere due collaboratori di sua fiducia, ai quali delegare “specifici compiti”, nell’ambito delle “proprie funzioni organizzative e amministrative” (art. 30 bis) è anche vero che dovrà discuterne prestazioni e compensi con le RSU, che non escono affatto indebolite da questo contratto, come mostra il lungo elenco delle materie di contrattazione ad esse attribuite (art. 6).
Un altro organo che non esce certo ridimensionato dal contratto è il collegio dei docenti, al quale spetta tra l’altro di identificare con propria delibera le “funzioni strumentali” alla realizzazione del POF e di individuare i docenti che le svolgeranno. Se l’intenzione dei sindacati contraenti era quella di ingabbiare i dirigenti scolastici, e di contrapporsi all’ANP sul piano della rappresentanza delle figure professionali intermedie, va detto che, almeno in questa circostanza, hanno avuto partita vinta.