Contratto dei dirigenti/2: un accordo che divide

Il primo contratto della dirigenza scolastica sta provocando, oltre ai prevedibili giudizi favorevoli dei sindacati firmatari, qualche divisione di troppo.
Si registra prima di tutto la mancata firma dello Snals (salvo successivi rientri legati all’andamento della consultazione della categoria): non succedeva da tre anni che il sindacato autonomo non sottoscrivesse un contratto insieme ai sindacati confederali.
Ma c’è un’altra divisione dentro al comparto della scuola, forse più insidiosa: viene da sindacati minoritari che organizzano il personale docente e che non hanno gradito il consistente aumento retributivo per i dirigenti scolastici. L’Unicobas, ad esempio, che non ha mai fatto mistero delle sue tesi egualitarie, in occasione dello sciopero del 19 ottobre scorso ha aspramente criticato quegli aumenti.
I Cobas della scuola, che hanno in previsione lo sciopero per il 31 ottobre, potrebbero sullo stesso argomento rincarare la dose, e questa divisione potrebbe allargarsi a macchia d’olio, creando qualche problema in più per i sindacati scuola Cgil, Cisl e Uil, che, oltre ad essere firmatari dell’accordo per i dirigenti, debbono gestire l’attuale fase critica della mobilitazione degli insegnanti contro il disegno di legge per la Finanziaria 2002, scarso di risorse per il rinnovo del contratto dei docenti.
Per il 2001 il contratto retributivo degli insegnanti aveva determinato nel marzo scorso un aumento medio mensile lordo di 300 mila lire. Per lo stesso periodo l’intesa per i dirigenti scolastici prevede un aumento medio lordo mensile di 1 milione e 300 mila. C’è un milione che divide i docenti dai dirigenti, insieme ad una montagna di nuove competenze e responsabilità per i capi d’istituto.