Consuntivo di un anno e mezzo di lavoro per Profumo

Nel suo commiato il ministro Profumo ha voluto ricordare il metodo di lavoro seguito e i risultati conseguiti in un anno e mezzo di presenza al Miur.

Ha affermato di “lasciare in eredità un metodo di lavoro finalizzato a semplificare l’imponente macchina del ministero, riducendo il più possibile la produzione normativa a favore di più semplici e diretti atti amministrativi”.

A dire il vero, si tratta di una semplificazione che in certi momenti è sembrata piuttosto una sorta di deregulation, una scorciatoia con talune forzature normative e con cancellazione delle gradualità di attuazione, con l’obiettivo di conseguire i risultati attesi entro il mandato dell’incarico di ministro.  

Il ministro ha parlato di sfuggita anche dell’ordinaria amministrazione, senza precisare modi e risultati di quell’operazione di oliatura per la quale all’inizio del suo mandato si era impegnato a migliorare il funzionamento della macchina amministrativa. Una macchina amministrativa che probabilmente lascerà nelle stesse condizioni in cui l’aveva trovata nel novembre del 2011, come è successo, ad esempio, con le procedure che preparano l’avvio regolare dell’anno scolastico.

Ha preferito ricordare, piuttosto, altri processi innovativi avviati, quali, ad esempio, 

–       il decreto per il Fondo immobiliare per la costruzione di nuove scuole; 

–       il decreto per i libri digitali dall’anno scolastico 2014-2015; 

–       il bando sui Messaggeri della conoscenza, “per consentire a professori e ricercatori di tutto il mondo di venire nelle università del Mezzogiorno a fare lezione, favorendo la circolazione della conoscenza e ‘dei cervelli’”;

–       il lancio della prima Social Innovation Agenda italiana;

–       il decreto sui Tirocini formativi attivi speciali, per regolarizzare l’abilitazione di circa 75mila docenti della scuola;

–       il lancio del programma di ricerca Horizon2020 Italia, che si istrada nel solco del prossimo Programma Quadro europeo.

Non ha ricordato la riattivazione della procedura concorsuale di reclutamento del personale che, alla fine, rispetto alle premesse iniziali, pur non avendo conseguito pienamente tutti i risultati attesi, ha comunque segnato una meritoria inversione di tendenza.