Consultazione sulla Buona scuola tra democrazia e ripensamenti

Dopo la presentazione (festante, non convenzionale e fuori dagli schemi tradizionali) degli esiti della consultazione sulla “Buona Scuola” di lunedì scorso, c’è ora attesa per l’emanazione dei dispostivi di attuazione, a cominciare dal decreto legge (scelta obbligata) per avviare da subito le lunghe procedure per le immissioni in ruolo dei 148 mila docenti.

Si sa che questa forma di consultazione è stata oggetto anche di critiche – soprattutto da parte del sindacato che non ha accettato di essere declassato al rango di generico comprimario senza poter esercitare pienamente il suo tradizionale ruolo rappresentativo – ed è stata accompagnata anche da diffidenze sulla sua reale capacità (e volontà) di recepire integrazioni e modifiche.

Il timore, insomma, che tutto fosse predefinito e che la consultazione servisse ad avallare scelte già sostanzialmente effettuate ha accompagnato i due mesi di esposizione della Buona Scuola e di interazione con il territorio, soprattutto via web.

La prima impressione invece è che l’integrazione e l’alternativa al testo abbiano non solo trovato spazio ma anche legittimazione attraverso la loro esposizione.

Per avallare ciò, potrebbe bastare, ad esempio, l’esito finale sulla carriera per merito, per la quale la Buona Scuola si era spesa per una soluzione radicalmente alternativa alla attuale progressione per anzianità. Ebbene, la consultazione, com’era facilmente prevedibile, ha bocciato la proposta, optando per una soluzione mista anzianità-merito.

Si poteva fare democraticamente meglio? Probabilmente sì, se, invece di proporre alcuni obiettivi di riforma accompagnandoli con il dettaglio delle soluzioni applicative, ci si fosse limitati a proporre soltanto gli obiettivi di massima da raggiungere lasciando alla consultazione il compito di proporre soluzioni e vie per conseguirli.

Comunque, per il momento, la democrazia ha vinto (forse), ribaltando o integrando alcune proposte iniziali. Nei decreti di attuazione il ministro Giannini ne terrà effettivamente conto e sarà anche disposta a contrattare la materia della carriera professionale dei docenti con il sindacato?