Consulta contro chiamata diretta insegnanti – Pittoni (Lega): strada giusta è la nostra

«La Corte Costituzionale dice no alla chiamata diretta degli insegnanti? Nessuna sorpresa: la proposta è fuori dalla Costituzione. La strada corretta è nel nostro progetto di riforma del reclutamento, che interviene sulla disomogeneità di valutazione (segnalata da tutte le indagini internazionali) che penalizza vaste aree del Paese, avviando un percorso di riequilibrio».

Questo il commento dell’ex-senatore della Lega Nord, Mario Pittoni, alla notizia della bocciatura da parte della Consulta della legge lombarda (gestione Formigoni) con cui si voleva consentire ai singoli istituti scolastici di scegliere quali docenti chiamare a insegnare.

Secondo Pittoni «qualsiasi norma, pur approvata localmente, sul reclutamento degli insegnanti “da parte delle istituzioni scolastiche”, è destinata a essere cassata.

La legge costituzionale 3/2001, che ha modificato il titolo V della Costituzione, sancisce infatti che allo Stato spetta la competenza legislativa esclusiva in materia di definizione delle norme generali sull’istruzione. E le modalità di reclutamento dei docenti per le scuole statali è norma generale sull’istruzione, non appartiene cioè alla legislazione regionale.

Per venire incontro alle richieste degli istituti la nostra proposta (non si sa se ripresentata in Parlamento – ndr) prevede quanto segue: “Ai fini dell’assegnazione di sede i docenti indicano, tra tutti i posti vacanti e disponibili, le istituzioni scolastiche in ordine di preferenza; i dirigenti scolastici, presso cui risultano vacanti e disponibili i posti utili per l’assegnazione di sede, prendono visione del profilo professionale, risultante dall’esito della prova di preparazione, dal risultato delle prove concorsuali e dai servizi di insegnamento eventualmente prestati in precedenza, dei docenti che hanno indicato l’istituzione scolastica tra quelle preferite e formulano una proposta di gradimento. Definita l’assegnazione di sede sulla base delle preferenze dei docenti e del gradimento dei dirigenti scolastici, l’ulteriore assegnazione di sede dei docenti avviene in base ai posti che risultano ancora disponibili”.

Per selezionare correttamente il personale, la nostra riforma punta su un’articolata prova di preparazione effettuata a parità di condizioni con gli altri iscritti nella stessa regione, che inciderà per i 4/5 del punteggio base (non si potrà più portarsi dietro i punti da casa) e concorsi regionalizzati. La concorrenza fra regioni – conclude Pittoni – farà il resto».