Consiglio di Stato: si, no, forse, vedremo. La linea ondivaga sui diplomati magistrali

Quando meno te lo aspetti, ritorna di attualità il problema dei diplomati magistrali che poco meno di un anno sembrava definitivamente chiuso dalla sentenza del Consiglio di Stato, decisa in plenaria con cancellazione dei diplomati dalle Gae a cui erano arrivati, con riserva, proprio per intervento di alcuni giudici dello stesso Consiglio.

Ancora una volta sono gli stessi giudici di palazzo Spada a riaprire il problema, avanzando perplessità su quella che era sembrata una sentenza tombale. Perplessità e riserve che dovranno nuovamente essere chiarite in plenaria, forse tra qualche mese.

Comunque vada a finire la questione (conferma della sentenza del dicembre 2017 o riammissione in Gae dei diplomati magistrali) a uscire sconfitta sarà la credibilità stessa del Consiglio di Stato al cui interno sembrano esistere posizioni difformi e conflittuali da parte di diversi giudici. Sarà anche sconfitta, nuovamente, la certezza del diritto.

Vi sono anche conseguenze non di poco conto provocate dall’imprevista decisione dei giudici della sesta sezione. Prima di tutto rischia di essere vanificato lo sforzo politico e amministrativo per cercare una soluzione ai diplomati ex-Gae mediante il concorso straordinario. In secondo luogo la prospettiva di rientrare in Gae d’ufficio può indurre possibili candidati al concorso straordinario a decidere per la rinuncia a partecipare o, quanto meno, a non impegnarsi nella preparazione all’orale.

Disorientamento totale, dunque, per la la linea ondivaga del Consiglio di Stato.