Confindustria: 100 proposte per la crescita

Sono 100 le proposte che Confindustria ha presentato alla Luiss di Roma per “rendere competitiva” la scuola italiana, alcune in diretta concorrenza con le linee direttrici de “La buona scuola” del governo Renzi.

L’associazione degli industriali propone riforme radicali come, per esempio, l’insegnamento in inglese delle discipline curricolari. Niente musica, sport e arte: la via maestra è puntare su inglese e informatica. E ancora: si propone la riduzione di un anno del curriculum scolastico, da 13 a 12, e la possibilità per i presidi di assumere per concorso e per chiamata diretta premiando il merito.

Gli industriali chiedono inoltre di rimodulare le retribuzioni dei docenti in base a orari, servizio, funzioni, conseguimento di obiettivi specifici; di riformare la modalità di reclutamento dei dirigenti scolastici; di dare vita a un rigoroso Sistema Nazionale di Valutazione, potenziando l’Invalsi.

O si investe in formazione o non riusciremo a restare competitivi. Ma per investire in formazione occorre un forte consenso sociale e una solida alleanza tra coloro che hanno a cuore il futuro dei giovani, il merito, la cultura e la competitività“, ha spiegato Ivan Lo Bello, vice presidente per l’Education di Confindustria. Per Lo Bello, “il 40% della disoccupazione giovanile dipende dal mancato collegamento tra scuola e lavoro e dal basso orientamento scolastico. L’Italia ha perso il 25% di produzione industriale e il 10% di laureati in pochi anni“.