Conegliano, genitori in protesta: ‘I nostri figli non torneranno in classe finché non cambia la situazione’
Davanti alla scuola primaria Marconi di Conegliano (Treviso), alcuni genitori hanno organizzato un sit-in di protesta per denunciare quello che definiscono un “clima di violenza verbale e psicologica” all’interno di una classe. Al centro della contestazione, il comportamento di un alunno che – secondo quanto riferito dalle famiglie – avrebbe reso difficile la convivenza scolastica, generando tensioni e paura tra i compagni.
“Un disagio che dura da mesi”
I genitori, in una nota diffusa anche alla stampa locale, spiegano di aver deciso di non mandare più i propri figli a scuola “a oltranza”, finché non verranno adottati provvedimenti risolutivi. «I nostri bambini vivono da mesi una situazione non più sopportabile – scrivono –. Abbiamo tentato ogni via di dialogo con le istituzioni scolastiche e territoriali, ma senza esito. Questa iniziativa non è contro qualcuno, ma a tutela dell’incolumità dei nostri figli».
Il gruppo lamenta episodi di bullismo e violenza psicologica, anche ai danni di un compagno con fragilità. «Ogni giorno – sostengono – i bambini subiscono offese, minacce, comportamenti aggressivi. La serenità, la salute psicologica e l’apprendimento ne risentono, nonostante la dedizione e la professionalità delle insegnanti, alle quali va il nostro rispetto».
Secondo quanto ricostruito, la situazione andrebbe avanti dallo scorso anno scolastico, con segnalazioni già inviate alle autorità competenti. Le famiglie chiedono che vengano attivati con urgenza interventi di supporto educativo e psicologico per ristabilire un clima di sicurezza.
“Il diritto allo studio deve valere per tutti”
Al centro della protesta, una questione complessa che tocca l’equilibrio tra il diritto all’istruzione di ciascun alunno e quello degli altri a frequentare un ambiente sereno e rispettoso. «Chiediamo che la scuola e i servizi preposti intervengano per garantire la tranquillità in classe – concludono i genitori –. Tutti i bambini hanno diritto a crescere e imparare in un contesto educativo sano».
Le istituzioni in ascolto
La dirigente scolastica dell’istituto Marconi, contattata dalla stampa locale, non ha al momento rilasciato dichiarazioni. Sul caso si attende l’intervento dell’Ufficio scolastico territoriale e dei servizi sociali competenti, chiamati a mediare in una situazione che, come spesso accade, intreccia fragilità individuali, limiti organizzativi e la difficile ricerca di equilibrio tra inclusione e tutela collettiva.
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