Concorso DSGA: non è previsto il contributo di segreteria

Nei concorsi pubblici, da circa cinque anni a questa parte, i candidati devono versare al momento di presentazione della domanda di partecipazione un contributo di 10 euro. Lo ha previsto l’articolo 4, comma 3-septies, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101.

Si tratta di un contributo a fondo perduto che l’Amministrazione può richiedere a coloro che intendono partecipare e che il ministero dell’istruzione, in tutti i concorsi per docenti e dirigenti scolastici di questi ultimi anni ha sempre richiesto.

Per il concorso DSGA pare che invece non sia così.

Non si conosce la ragione di questa decisione (una dimenticanza?), ma se per i candidati il non dovere versare quel contributo è soltanto una seccatura in meno, per l’amministrazione è una mancata entrata che non aiuta certamente ad alleggerire le spese per gli oneri organizzativi di questa procedura selettiva.

Difficile quantificare l’ammontare del mancato apporto contributivo, perché è ovviamente difficile calcolare lil numero dei candidati che entro il prossimo 27 gennaio presenteranno domanda.

Si possono fare stime di massima, partendo dal concorso DS (tuttora in corso) che metteva in palio 2.425 posti, circa 400 più di quelli dell’attuale concorso per DSGA.

Allora presentarono domanda poco meno di 40 mila docenti, in servizio all’interno del sistema scolastico.

Per il concorso DSGA la partecipazione è aperta a laureati (non qualsiasi laurea) esterni, disoccupati od occupati altrove.

Se fossero 40 mila, le casse dello Stato non incasserebbero 400 mila euro; per 50 mila il mancato introito sarebbe di mezzo milione. E così via.

Non osiamo pensare a numeri maggiori, ma comunque sarebbe inverosimile che, ad esempio, venissero presentate 100 mila domande, perdendo un milione di contributi.

Saranno certamente meno, ma quel mancato introito, anche se più contenuto, resta inspiegabile.