
Concorsi scuola, l’ingorgo può destabilizzare il sistema. Occorre il coraggio di soluzioni nuove e alternative

Il concorso docenti, previsto dalla prima fase del piano PNRR, attualmente in fase di svolgimento e in buona parte non concluso, dovrà essere seguito a breve da nuovi concorsi per il completamento del piano. Attualmente sono in fase di avvio i corsi intensivi di formazione dei candidati del concorso straordinario per il reclutamento di dirigenti scolastici, mentre è stata annunciata per settembre la prova scritta del corrispondente concorso ordinario. Sempre per settembre è prevista la pubblicazione del bando per l’assunzione di DSGA (direttori dei Servizi Generali e Amministrativi), a distanza di oltre due anni dal regolamento che ne aveva disposto l’avvio che molti speravano imminente. È in fase di avvio il concorso straordinario per la copertura di oltre 2mila posti di insegnante di religione cattolica, mentre si attende la pubblicazione del bando parallelo del concorso ordinario per ulteriori 4mila posti c.c., sempre per IRC. Dopo l’ennesimo rinvio, forse entro il 2024, cioè dopo quasi quattro anni dalla previsione di avvio del relativo concorso, sarà anche bandito il concorso per l’assunzione di dirigenti tecnici con funzioni ispettive nella scuola.
Come si può facilmente immaginare, nel 2024, con code nel 2025, è prevedibile un ingorgo di concorsi scuola, in quantità superiore, forse, a quanto avvenuto anche negli ultimi anni.
In particolare, gli uffici scolastici regionali, attualmente già in enormi difficoltà per la costituzione delle commissioni, potrebbero rischiare il collasso per replicare l’organizzazione territoriale dei nuovi concorsi scuola. La conseguenza sarebbe duplice: ritardo incontrollato delle procedure assunzionali e ripercussioni sulla stabilità del sistema a causa del ricorso crescente a personale supplente. Ricordiamo che, senza considerare i supplenti su posti di sostegno, negli ultimi sette anni l’incremento continuo di supplenti su posti e cattedre comuni ha registrato una variazione di oltre il 66%, confermando una patologica instabilità in cattedra.
Nonostante una indubbia semplificazione delle selezioni concorsuali attuate dal ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, conclusa la fase dl PNRR, sarà necessario esaminare anche strade nuove e alternative.
Prima di tutto, considerato che la maggior criticità attuale dei concorsi scuola è quello della costituzione delle commissioni, occorrerebbe prevedere il completo distacco dagli obblighi di servizio dei commissari. Sarebbe una soluzione funzionale, ma onerosa che, proprio per questo, potrebbe registrare il veto del MEF.
Potrebbe, invece, non trovare ostacoli da parte del Ministero dell’Economia e Finanze l’attivazione di un secondo canale di reclutamento che affianchi i concorsi per titoli ed esami, strada maestra per il reclutamento.
Potrebbero essere previsti in parallelo concorsi scuola per soli titoli, a cui potrebbero accedere gli idonei di precedenti concorsi con una determinata anzianità di servizio, rispettando in questo modo il dettato costituzionale che richiede l’accesso a posti pubblici normalmente attraverso i concorsi, prevedendo anche, come vuole l’Europa, l’abilitazione posseduta o da conseguire prima dell’immissione in ruolo.
È già stato adottato in passato con un certo successo. Si può cercare di rilanciarlo, fissando anche alcuni paletti rigorosi che ne mantengano l’utilizzo corretto.
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