Concorsi docenti in crisi. Chiamata diretta o secondo canale la soluzione?

Il provvedimento d’emergenza per spostare a dicembre la validità delle graduatorie di merito degli attuali concorsi attese a fine agosto costituisce l’ennesima prova delle difficoltà ormai strutturali che il sistema di reclutamento incontra in Italia nell’utilizzo della strada maestra dei concorsi per titoli ed esami.

In occasione dell’apertura di questo nuovo anno scolastico, il presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), Antonello Giannelli, ha affrontato nuovamente in varie interviste questo annoso problema, riproponendo la sua proposta di chiamata diretta dei docenti.

Giannelli, dopo avere evidenziato che la chiamata diretta viene effettuata in Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio, Finlandia, Paesi dell’Est, precisa che, quando parla di assunzione diretta, non si riferisce all’assunzione da parte del dirigente scolastico, bensì di decisione rimessa al comitato di valutazione, presente in ogni istituzione e preposto alla valutazione dell’operato e della capacità dei docenti al termine dell’anno di prova dopo l’assunzione in ruolo.

Si tratterebbe di una soluzione semplificata e veloce, secondo Giannelli, a portata di tutte le istituzioni scolastiche che assicurerebbe l’immediata stabilizzazione del sistema con drastica riduzione anche del precariato.

La Flc-Cgil già l’anno scorso aveva criticato decisamente quella proposta, affermando che “L’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici è una proposta che puntualmente, all’apertura di ogni anno scolastico, il presidente dell’ANP Antonello Giannelli, ripropone come soluzione al problema del precariato… Anche quest’anno dunque, ritorna con il cavallo di battaglia della sua Associazione, lo stesso che ha ispirato nel 2015 la legge 107 e ha prodotto l’esperienza fallimentare della chiamata diretta, di cui Giannelli sembra aver dimenticato l’esito disastroso per la scuola italiana”.

Va anche detto che la chiamata diretta sembrerebbe contrastare con il dettato costituzionale che all’art. 97 stabilisce che nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorsi.

Ma se la chiamata diretta prospettata dall’ANP è osteggiata, come si può risolvere l’intoppo del reclutamento tramite concorso?

Un’altra proposta, recentemente caldeggiata anche dalla CISL-scuola, sembra essere quella di un secondo canale di reclutamento, riservato a coloro che un concorso lo hanno superato senza però entrare nella graduatoria dei vincitori (sarebbe in tal modo rispettato il dettato costituzionale), ed eventualmente in possesso anche di una determinata anzianità di servizio che garantirebbe competenze acquisite sul campo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA