
Gli alunni destinatari di questa proposta didattica hanno un’età compresa tra i 12 e i 13 anni. Questo periodo della crescita, chiamato preadolescenza o pubertà, è caratterizzato da un forte cambiamento fisico che inevitabilmente influenza la loro motricità ed emotività e causa forti disagi interiori riscontrabili nei vari contesti sociali in cui si trovano a vivere.
Molte scuole, da parte loro, devono gestire diverse etnie all’interno della classe: spesso i ragazzi stranieri non si sentono accettati quindi si isolano, si riuniscono fra loro e l’integrazione diventa molto più difficile.
Un’attività didattica impostata sull’espressività corporea può rappresentare un mezzo con cui fronteggiare queste problematiche in quanto l’arte e la musica sono in grado di aggregare persone di diverse culture e di farle sentire unite. Il movimento non solo ci consente di muoverci nello spazio ma ci permette anche di comunicare ciò che siamo e che sentiamo attraverso le posture, gli atteggiamenti, i gesti e la mimica facciale.
La comunicazione verbale può considerarsi impersonale, estrinseca e oggettiva, esattamente il contrario di quella del corpo che è personale, intrinseca e soggettiva. Le parole hanno una funzione diretta nell’interazione con gli altri ma, se supportate dal linguaggio del corpo, conferiscono al messaggio più credibilità, coinvolgimento e determinazione.
Il linguaggio non verbale quindi assume due funzioni: una spontanea (come ruolo di sostegno per un discorso attraverso gesti e tono di voce) e un’altra espressivo-sportivo-motoria, che è invece costruita (attraverso gesti tecnici oppure come completezza a un movimento).
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