Compiti a casa, Hollande per abolirli

Le motivazioni con le quali il presidente della repubblica francese François Hollande ha giustificato la sua decisione di eliminare i compiti a casa nella scuola primaria a partire dall’anno scolastico 2013-2014 sono esplicitamente ispirate al principio di equità, peraltro richiamato anche da una vigente legge del 1956 orientata nello stesso senso ma di fatto mai applicata.

L’idea è che se tutto il processo di apprendimento formale, cioè scolastico, si svolge a scuola, i risultati conseguiti dagli alunni saranno meno influenzati dall’aiuto che i genitori potrebbero dare ai loro figli se questi fossero obbligati a fare i ‘compiti a casa’. Aiuto che le famiglie più povere, che in genere sono anche le meno acculturate, non potrebbero dare, a differenza di quelle più benestanti, normalmente più istruite, o comunque in grado di sostenere i costi per assistere i figli nello studio.

L’orario di presenza dei bambini a scuola sarà perciò aumentato di un’ora nei quattro giorni e mezzo in cui è articolato il calendario settimanale delle scuole primarie (attualmente si fanno 3 ore al mattino e tre al pomeriggio di lunedì, martedì, giovedì e venerdì, e 3 al sabato mattina, ma molte scuole al sabato sono chiuse). Verrebbe utilizzato obbligatoriamente anche il mercoledì al posto del sabato, e un’ora al giorno sarebbe dedicata a ‘fare i compiti’.

Il dibattito in Francia è vivace, e non mancano le critiche. Da ‘destra’ si protesta perché la scuola escluderebbe così i genitori dal processo educativo. Da ‘sinistra’ si obietta che i genitori che possono aiutare i figli lo faranno egualmente, e che quindi il risultato finale non cambierà: occorre puntare piuttosto su ulteriori interventi di compensazione e su una didattica più mirata.

Anche in Italia si è più volte parlato di eliminare o limitare i ‘compiti a casa’, ma la situazione è molto diversa da quella francese. In Francia il calendario settimanale è lo stesso in tutte le scuole, da noi no: il modello del ‘tempo pieno’, che è quello che meglio si presta a contenere l’assegnazione di compiti domestici, e che è per certi aspetti accostabile a quello francese, riguarda un quarto degli alunni della primaria. Per gli altri tre quarti i compiti a casa sono praticamente inevitabili.