Competenze digitali, è girl power: ragazzi ‘smanettoni’, ma online ragazze più critiche e consapevoli. I dati IEA ICILS 2023

Sorpasso delle ragazze in materia di competenze digitali, molto più capaci rispetto ai ragazzi di valutare l’attendibilità delle informazioni che circolano in rete. E’ quanto emerge dai risultati italiani dell’indagine internazionale IEA ICILS 2023, presentati dall’Invalsi oggi, 12 novembre, nel corso di un Convegno presso l’Auditorio dell’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma. L’indagine internazionale ICILS (International Computer and Information Literacy Study), promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), si propone come obiettivo quello di rispondere a una domanda di interesse cruciale al giorno d’oggi: quanto sono preparati gli studenti e le studentesse allo studio, al lavoro e alla vita in un mondo digitale? Tra i dati interessanti emersi, anche l’importanza dei libri i casa, che continuano a essere lo strumento più efficace per riuscire a orientarsi in modo critico e consapevole nel mondo reale e  virtuale. In Italia. infatti, chi cresce in una casa con pochi libri ottiene in media risultati molto inferiori a chi può contare su una biblioteca un po’ più fornita. Né il lavoro svolto dai genitori, né il loro titolo di studio conta di più del numero dei libri posseduti. 

Ma andiamo con ordine. L’indagine è rivolta agli studenti tra i 13 e 14 anni e in Italia coinvolge ragazze e ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado. L’obiettivo è quello di monitorare e analizzare le competenze digitali degli studenti in un mondo sempre più tecnologico. I risultati dell’edizione 2023 forniscono uno spunto per riflettere sullo stato delle competenze digitali degli studenti italiani, ma anche sulle sfide ancora aperte, come le disuguaglianze territoriali e socio-economiche che influenzano l’accesso alle opportunità di apprendimento digitale.

Un’istantanea delle competenze digitali in Italia

Nel 2023, l’Italia ha registrato un punteggio medio di 491 punti sulla scala delle competenze digitali (CIL), un risultato significativamente superiore alla media internazionale di 476 punti. Questo risultato la colloca in una posizione comparabile a Paesi come Croazia, Lussemburgo, Spagna e Francia. Nonostante i progressi, le differenze territoriali sono evidenti: se più della metà degli studenti del Nord Ovest, Nord Est e Centro raggiunge almeno il livello 2 della scala CIL, la situazione nel Sud e nelle Isole è diversa. Qui, quasi la metà degli studenti del Sud e solo circa un quarto di quelli delle Isole raggiungono lo stesso livello, evidenziando un divario significativo tra le diverse regioni italiane.

L’evoluzione delle competenze digitali: un miglioramento notevole

ICILS 2023 rappresenta il terzo ciclo dell’indagine, e per l’Italia, che partecipa dal 2018, è possibile fare un confronto sui miglioramenti delle competenze digitali negli ultimi cinque anni. Rispetto al ciclo precedente (2018), l’Italia ha fatto registrare il miglioramento più ampio tra i dieci Paesi per cui è possibile fare un confronto. Il punteggio medio è aumentato di 30 punti (da 461 a 491), un dato che sottolinea un progressivo miglioramento nelle competenze digitali degli studenti italiani.

In particolare, il rendimento degli studenti nelle macroaree del Nord, Centro e Sud è migliorato rispetto al 2018, con i risultati più evidenti al Nord e Centro, dove gli studenti hanno mostrato punteggi significativamente superiori rispetto al passato.

Pensiero computazionale: una nuova frontiera

Dal ciclo del 2018, ICILS ha introdotto anche la valutazione delle competenze di pensiero computazionale (CT), una disciplina fondamentale per affrontare le sfide tecnologiche del futuro. Il pensiero computazionale si riferisce alla capacità di comprendere come i computer possano essere utilizzati per risolvere problemi reali, sviluppando soluzioni algoritmiche che possono essere implementate tramite la tecnologia.

Nel 2023, gli studenti italiani hanno ottenuto un punteggio medio di 482 punti in pensiero computazionale, collocandosi in linea con la media internazionale di 483 punti. Paesi come Austria, Germania, Norvegia, Portogallo e Svezia hanno ottenuto risultati simili. A livello territoriale, però, emergono ancora differenze rilevanti: quasi l’80% degli studenti del Nord Ovest e Nord Est ha raggiunto almeno il livello 2 della scala CT, mentre nel Sud delle Isole la percentuale scende sotto il 50%, confermando il persistere di disparità geografiche.

Competenze digitali, è girl power

Un aspetto interessante che emerge dall’indagine è la differenza di genere nelle competenze digitali. A livello internazionale, le ragazze ottengono in media un punteggio significativamente superiore rispetto ai ragazzi, con un gap di 19 punti nella scala CIL (486 contro 467 punti). Anche in Italia, le femmine superano i maschi di 18 punti, raggiungendo un punteggio medio di 500 punti contro i 482 punti dei maschi. Tuttavia, a livello territoriale, la differenza di genere è meno marcata al Nord Ovest, dove non è statisticamente significativa.

Per quanto riguarda il pensiero computazionale, la situazione è diversa: a livello internazionale, i maschi tendono a ottenere punteggi leggermente superiori rispetto alle femmine (485 contro 482 punti). In Italia, non emergono differenze significative tra i generi, sebbene al Nord Ovest gli studenti ottengano un punteggio superiore di 21 punti rispetto alle studentesse (514 contro 493).

Il ruolo del contesto familiare nelle competenze digitali

Un altro aspetto fondamentale emerso dall’indagine riguarda l’influenza del background socio-economico e culturale (SES) sul rendimento in CIL e CT. In Italia, la relazione più forte tra SES e punteggi è stata osservata con il numero di libri a casa: gli studenti che possiedono almeno 26 libri a casa ottengono un punteggio di 40 punti superiore rispetto a quelli che ne possiedono meno di 26. In particolare, gli studenti con più di 26 libri hanno ottenuto un punteggio di 505 punti, contro 465 punti di chi ha meno di 26 libri, con una differenza che è statisticamente significativa in tutte le macroaree geografiche, tranne che nel Sud delle Isole.

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