Come ti suono Dante

di Maria Emilia Cremonesi

Il binomio “adolescenti 2020 – poeti del Dolce Stil Novo”, non risultava proprio un accostamento immediato; sembrava veramente difficile avvicinare gli uni agli altri, figuriamoci poi cogliere un segnale di empatia. Sfida interessante, roba da prof rodati, da veri duri.

Serviva un miracolo, qualcosa che avvicinasse gli estremi, per esempio un linguaggio che non conosce tempo; qualcosa come… la musica!
E’ stata la musica a fare da tramite tra gli studenti della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo Ungaretti di Melzo e, dall’altra parte Dante e Petrarca, apparentemente inavvicinabili nella loro perfezione.

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La chiave nuova sulla quale i docenti di lettere e di musica hanno scelto di lavorare è stata proprio questa: utilizzare la musica come mediatrice, come ponte tra due mondi apparentemente tanto lontani; alla consueta analisi del testo proposta in classe, è pertanto seguito un lavoro individuale con l’utilizzo dell’app Garage Band, grazie al quale ogni studente ha composto il brano che accompagna in sottofondo la lettura di alcuni brani scelti. E’ un chiaro esempio di trasposizione di un contenuto da un linguaggio all’altro e denota l’intervento significativo finalizzato alla costruzione di una competenza non scontata; se a questo aggiungiamo il garbo e l’attenzione durante la lettura, l’obiettivo è raggiunto: non abbiamo avvicinato gli studenti ai classici, abbiamo fatto il contrario; senza cioè sminuirne il valore e la portata, abbiamo permesso ai ragazzi di cogliere, in tanta ricchezza, qualcosa che sembrava rivolto proprio e soltanto a loro e che ha quindi stimolato una risposta.

Non è più tempo di apprendimenti passivi. E’ invece il momento di fare i conti con una multifunzionalità e una pluralità di linguaggi che per i nostri studenti sono naturalmente comunicanti. E se a dover imparare fossimo noi insegnanti?