Come sanare il pasticcio del CNPI?

La sentenza del TAR Lazio (n. 8843 del 3 ottobre 2013) che fa nascere, dodici anni dopo, il Consiglio Superiore della pubblica Istruzione per rimediare alla mancata proroga del CNPI, richiede un immediato intervento legislativo per evitare conseguenze pressoché disastrose. Come?

Si potrebbe intervenire con emendamento governativo sul decreto legge 104, attualmente in fase di conversione alla Camera, considerato che un siffatto intervento avrebbe i requisiti dell’urgenza e della straordinarietà.

Innanzitutto si dovrebbe togliere di mezzo il decreto legislativo 233/1999 che aveva previsto l’improbabile Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che, se attuato oggi, provocherebbe confusione, contraddizione e disorientamento istituzionale. In che modo? Abrogandolo, facendo, però, attenzione alle norme transitorie in esso contenute.

Considerato che non è possibile prorogare sic et simpliciter il CNPI, organo già decaduto da quasi un anno, si dovrebbe prevedere un recupero delle sue funzioni già esercitate fino al dicembre scorso, affidandole in via transitoria (per un anno o due?) allo stesso CNPI nella struttura esistente a tutto il 2012, in una specie di ufficio-stralcio.

Infine, come terzo intervento emendativo, dovrebbe essere previsto nella fase transitoria con legge ordinaria la riforma degli organi collegiali della scuola dell’autonomia.

Si può fare?

Se sì, occorre procedere di corsa utilizzando il decreto legge 104.