Come ripensare alla carriera dei docenti

La questione degli scatti come strumento di sviluppo della carriera è balzata inaspettatamente al centro della scena nel dibattito sulla scuola.

Mentre il recupero degli scatti congelati è ancora all’attenzione del Parlamento, il ministro Giannini, come ormai tutti sanno, ha espresso una pesante riserva sul loro mantenimento.

In un momento in cui non ci sono le risorse finanziarie per garantire il minimo sindacale per la progressione di carriera (e c’è anche il contratto bloccato) si torna, dunque, a discutere un po’ accademicamente di scatti per lo sviluppo di carriera.

I tempi non sembrano molto propizi per questo dibattito. Tuttavia, se il ministro Giannini intende davvero affrontare questo enorme, irrisolto problema, tenga conto degli esiti dei precedenti tentativi, a cominciare da quello del ministro Berlinguer di circa quindici anni fa e dal tentativo di aggirare il contratto con una proposta di nuovo stato giuridico dell’on. Valentina Aprea.

Se il riconoscimento del merito professionale diventa, giustamente, il perno della nuova carriera dei docenti, è bene che il ministro sappia che avrà bisogno innanzitutto di un grande consenso del mondo della scuola e dei suoi rappresentanti.

Dovrà trovare forme, strumenti e modi credibili per dare riconoscimento al merito, visto che i sindacati hanno già ricordato che questo si misura in classe, non in sedi extrascolastiche. Nel dossier di Tuttoscuola sulle “Sei idee per rilanciare la scuola”, una è dedicata proprio a possibili nuove modalità di articolazione della carriera docente.

Il governo avrà bisogno di notevoli risorse finanziarie per rendere credibile il passaggio dalle parole ai fatti. Dovrà pensare se tenere aperti i due canali di progressione di carriera, quello del merito e quello dell’anzianità o abbandonare del tutto quest’ultimo con i suoi scatti. L’impresa è titanica, auguri.