Come eliminare la bocciatura: la proposta del Gruppo di Firenze

Il ‘Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità’, organizzazione di insegnanti fondata nel 2005 e da sempre impegnata sul fronte della serietà degli studi, avversaria storica di qualunque forma di ‘buonismo’ nei confronti di alunni impreparati e/o indisciplinati, aveva fino ad oggi combattuto contro ogni ipotesi di abolire la bocciatura. Ma ora sembra aver adattato e sviluppato la propria idea: “neppure il più acceso anti-abolizionista può negare in scienza e coscienza che far ripetere l’anno, cioè tutte le materie, di fronte ad alcune insufficienze sia un sistema poco soddisfacente, anche se in genere è il minore dei mali rispetto a una promozione inopportuna”, scrive nel blog del Gruppo uno dei suoi fondatori, Giorgio Ragazzini. 

Premesso che “l’abolizione pura e semplice della bocciatura sarebbe un rimedio peggiore del male”, identificato nella promozione di coloro che non lo meritano, il Gruppo propone “un’organizzazione delle scuole superiori basata su corsi disciplinari invece che sulla successione delle classi”. In questo modo “non si passerebbe più dalla prima classe alla seconda e così via, ma dal primo al secondo corso di italiano, dal primo al secondo di matematica e via dicendo”. Ogni corso terminerebbe con un esame, ripetibile a settembre in caso di insuccesso. Verrebbe eliminata insomma la bocciatura completa, e gli alunni continuerebbero a far parte dello stesso gruppo-classe, salvo nelle ore in cui qualcuno di essi dovesse frequentare un determinato corso a un livello inferiore perché bocciato alla fine dell’anno precedente.

Secondo il Gruppo questo modello “oltre a superare, ma nel senso della serietà, il problema delle ripetenze, promette di essere efficace nel combattere la dispersione e di rendere più credibili le valutazioni”. Segue un appello “ai colleghi e ai dirigenti degli istituti superiori” a raccogliere la proposta in modo da accreditarla a livello governativo e parlamentare.

Tuttoscuola accoglie con interesse il suggerimento del Gruppo, non distante dalla proposta di integrale personalizzazione dei percorsi formativi – con contenimento delle bocciature e sostituzione degli attuali diplomi con la certificazione delle competenze individuali effettivamente acquisite alla fine degli studi secondari – avanzata dalla nostra rivista già con i dossier “Sei idee per rilanciare la scuola” (settembre 2013) e “Dispersione nella scuola secondaria superiore” (luglio 2014) e poi ulteriormente approfondita nel dossier “La scuola colabrodo” (settembre 2018).