
La razionalizzazione degli organici ha determinato, come si sa, una forte riduzione di disponibilità di docenti per lo svolgimento delle attività non curricolari.
Nella scuola primaria, le ore di compresenza si sono ridotte notevolmente e, in taluni casi, azzerate del tutto.
Nella scuola secondaria di I grado, la generalizzazione dell’orario a 30 ore senza attività aggiuntive e opzionali e i nuovi orari cattedra dei docenti di italiano, hanno fatto scomparire ore aggiuntive a disposizione o per attività non di insegnamento.
Lo spazio per le eventuali attività alternative all’insegnamento della religione è ridotto al lumicino. E meno male che il numero di studenti che chiede le attività alternative è molto limitato.
Ciò non toglie però che le scuole ora vengano a trovarsi in difficoltà per assicurare l’eventuale richiesta delle famiglie per le attività alternative.
Di questa questione si sono fatti portavoce i sindacati confederali e lo Snals che hanno chiesto formalmente al Miur che siano fornite alle scuole “indicazioni circa le modalità di affidamento delle ore destinate alle attività alternative anche con l’attribuzione di ore eccedenti l’orario di cattedra nei confronti di docenti in servizio nella scuola, con pagamento a carico del ministero del Tesoro“.
Per l’adozione di tale soluzione i sindacati hanno ricordato che già vent’anni fa il Miur aveva autorizzato le ore eccedenti con circolare n. 316/1987.
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