CNPI, un anno dopo/2: l’irritazione del ministro

Ma sveliamo qualche retroscena della votazione del CNPI che ha bocciato il disegno di legge Moratti, alla quale lo stesso ministro era presente, in quanto presidente di diritto del massimo organo consultivo della scuola. Alla fine della densa giornata di lavori, con l’esposizione del lungo e complesso schema di parere, il ministro ha fiutato l’aria di tempesta e ha chiesto qualche giorno di tempo per poter studiare il documento ed offrire al CNPI chiarimenti ed ulteriori elementi di valutazione. Quindi si è allontanata. Ma i consiglieri fanno di testa loro, decidono di non concedere alcuna dilazione al loro Presidente, e votano il documento. Un comportamento che è stato assai poco apprezzato dal ministro e dal suo entourage. Come mai è stata confermata questa scelta di rottura? È probabile che il CNPI, che è un organo molto sindacalizzato nella sua attuale composizione (che dal prossimo anno cambierà), si sia lasciato influenzare dall’imminenza dello sciopero generale del 16 aprile, al quale ha aderito anche lo SNALS, e dal clima teso che caratterizza da sempre le fasi iniziali dei rinnovi contrattuali. I sindacati potrebbero aver voluto lanciare un segnale di compattezza ed anche di determinazione. Ma la vicenda ha segnato una violazione della regola non scritta del rispetto che il CNPI aveva finora sempre riservato al suo Presidente.