Nella risposta all’interrogazione parlamentare, il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, oltre a confermare la validità del DPR 81/2009 che definisce i parametri per la costituzione delle classi, ha escluso che la revisione della rete scolastica possa favorire il rischio di un aumento di classi pollaio.

Quali sono le proporzioni del fenomeno ad oggi?

Va premesso preliminarmente che non esiste una definizione corretta di classi pollaio, e che soltanto il ministro Bianchi aveva cercato di darne una certa definizione, preferendo denominarle classi sovraffollate precisandone anche il limite ad oltre 27 alunni.

Su quella base numerica è possibile verificare quante classi nell’anno scolastico appena concluso e nei due anni precedenti (per rilevare l’eventuale tendenza) sono state sovraffollate e quanti alunni hanno trascorso tutto l’anno in quella situazione.

Per disporre di un quadro completo, il rapporto alunni/classe di valore superiore a 27 alunni (da 28 a 31 e più alunni per classe) è stato applicato a tutti i settori scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado.

La tabella che segue ne è una sintesi completa.

Gli indicatori principali del sistema (alunni e classi tra loro dipendenti) sono diminuiti sensibilmente: il numero complessivo degli alunni è sceso da circa 7,5 milioni del 20-21 a poco meno di 7,3 milioni del 22-23; conseguentemente il numero complessivo delle classi è sceso da 369mila a poco più di 366mila.

Il numero complessivo delle classi sovraffollate è sceso da 6.619 del 20-21 a 5.543 nel 21-22, ma poi è di nuovo aumentato a 5.755 del 22-23. L’incidenza rispetto al numero totale delle classi è scesa dall’1,79% all’1,57, coinvolgendo 165.430 alunni che hanno trascorso tutti i giorni di questo ultimo anno scolastico nella poco gradevole situazione di eccessivo affollamento della loro classe. 

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