Cittadinanza, Haroun Fall: ‘Necessario riconoscerla a chi completa il ciclo di studi’. L’intervista

Di Sara Morandi

Haroun Fall inizia la sua carriera con una passione per il calcio, giocando nella squadra giovanile della Juventus. Tuttavia, in giovane età, si iscrive a un corso di teatro. La sua prima apparizione televisiva avviene nel 2009 nella rubrica “I Criticoni” all’interno della trasmissione per ragazzi “Trebisonda”. Tra il 2011 e il 2017, partecipa a diverse produzioni teatrali. Nonostante venga ammesso alla Bernstein School Of Musical Theatre di Bologna, decide di trasferirsi a Roma a 19 anni. Nel 2015 viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma nel 2018. Durante gli studi, continua a recitare a teatro, partecipando per tre anni alla tournée nazionale di “La Classe”, un’opera di Vincenzo Manna diretta da Giuseppe Marini. Parallelamente alla sua carriera teatrale, recita in vari cortometraggi, tra cui “Il porto e la tempesta” diretto da Lino Guanciale, ed esordisce al cinema nel 2018 con “Arrivano i prof”. Nello stesso anno, appare nelle serie televisive “L’Allieva” e “L’amore strappato”. Ottiene il suo primo ruolo da coprotagonista nel 2021 nella serie “Zero”. Nel 2022 appare nel film “Space Monkeys” di Aldo Iuliano. In questa intervista, l’attore esprime il suo favore per lo ius soli, sottolineando l’importanza di concedere la cittadinanza a chi nasce in Italia, a prescindere dalle origini dei genitori. Ritiene che ciò garantirebbe pari opportunità, inclusi i benefici sanitari e il diritto di voto. Sostiene anche lo ius culturae e lo ius scholae come potenziali soluzioni per riformare la legislazione sulla cittadinanza.

Attualmente, è coinvolto in diversi progetti. “Prophecy”, un film tratto dal manga di Tetsuya Tsutsui, uscirà al cinema il 24-26 marzo, e ha lavorato con Damiano Gavino, Federica Sabatini e Dennis Santucci. Fall ha partecipato ad una nuova serie per Netflix, “Sarah”, in cui interpreta un giornalista d’inchiesta. È in tournée teatrale con Alessio Boni e Antonella Attili nello spettacolo “L’Iliade” e ha appena finito le riprese di “Le Leonesse”, diretto da Massimo Spano, che uscirà presto al cinema.

 Ciao Haroun, benvenuto su Tuttoscuola. Sei un attore nato a Torino con origini senegalesi, classe ‘95. Quando frequentavi la scuola, com’era il rapporto con i tuoi compagni? Eri ben integrato nel tuo gruppo classe? In che modo, secondo te, è possibile un’integrazione vera a scuola?

“Grazie a voi per l’invito. Il mio rapporto con la scuola è sempre stato piuttosto conflittuale. Cercare di far comprendere ai docenti il significato del trauma dell’adozione si è rivelato molto complicato. I miei genitori mi hanno supportato con insegnanti di sostegno per un periodo e ho frequentato aule di psicomotricità per gestire l’attenzione e la rabbia, permettendomi di vivere serenamente nel gruppo classe. Per quanto riguarda l’integrazione con i miei compagni, sono sempre stato molto accomodante e mi è sempre piaciuto condividere esperienze. Mi piaceva essere unito ai gruppi classe, quindi non ho mai avuto contrasti con i miei compagni, piuttosto il problema era con le istituzioni scolastiche. Un altro ostacolo è stato il miglioramento dell’abilità di lettura, poiché mi fu diagnosticata una leggera dislessia, che in qualche modo, influenzò il mio rapporto con la scuola. Mi sono trovato più a mio agio con le materie umanistiche, come letteratura e filosofia, soprattutto al liceo e con la lettura/stesura di articoli di giornale. Mentre, ero meno incline, all’area matematico-analitica. Per una vera integrazione nel sistema scolastico, credo che si debba abolire il tema religioso dalle ore scolastiche, sostituendolo con ore alternative. L’Italia è un paese cattolico e bisognerebbe evitare distinzioni religiose. Inoltre, sarebbe utile insegnare il codice civile, penale e linguistico del nostro paese, per fornire a tutti gli strumenti necessari per inserirsi nel contesto sociale e diventare cittadini attivi. Ad esempio, spiegare come funziona il sistema politico e legislativo italiano e come si gestiscono le tasse, anche a partire da un’età più giovane, per rendere indipendenti e consapevoli i minori che affrontano il loro percorso scolastico pur provenendo anche da altri paesi”.

Passione per lo sport (squadra giovanile della Juve) e per il cinema (Centro Sperimentale di Cinematografia). Quanto ha inciso l’impegno nello studio e nelle attività professionali, nella realizzazione dei tuoi sogni?

“Lo studio è stato fondamentale nella realizzazione dei miei sogni. Come hai detto, aver frequentato il settore giovanile della Juventus e aver giocato a calcio ad alti livelli, mi ha aiutato a sviluppare una mentalità orientata al raggiungimento degli obiettivi, sia fisicamente che mentalmente. Questa concezione, naturalmente, l’ho applicata anche nel lavoro. Per me, studiare è sempre stata la base di tutto. Ho frequentato il liceo teatrale e, una volta diplomato, ho deciso di iscrivermi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Pensavo che fosse uno dei luoghi più importanti della nostra storia italiana, fondato nel 1935 e, diplomarsi lì, conferiva una certa legittimità nel definirsi “attore”. Ho partecipato alle audizioni in tutte le accademie nazionali: dal Teatro Stabile di Torino alla Paolo Grassi di Milano, dallo Stabile di Genova alla Silvio D’Amico a Roma. Non volendo rimanere a Torino e non essendo interessato al musical, ho preferito trasferirmi a Roma e frequentare il Centro Sperimentale. Roma è la capitale del cinema italiano e, questa accademia, è la più prestigiosa per quanto riguarda la formazione cinematografica degli attori. Lo studio, quindi, è stato e continua ad essere alla base di tutto per me. Nel corso degli anni, i miei riferimenti sono stati sempre attori britannici e statunitensi, che hanno dato grande importanza alla formazione nelle accademie più prestigiose, come la Royal Shakespeare Company e la Juilliard di New York. Credo che sia fondamentale, per ogni giovane attore, avere la volontà di dedicare tempo allo studio di ciò che ama. L’unica cosa che rende veramente libero un individuo è il sapere: offre la possibilità di crescere e di prendere decisioni in modo autonomo, senza essere soggetti alla manipolazione di informazioni altrui”.

Cosa ne pensi di tutte le polemiche che ci sono state intorno alla proposta dello Ius Scholae e alla possibilità di acquisire la cittadinanza al compimento di un ciclo di studi?

“Essendo di origine afrodiscendente, ho ottenuto la cittadinanza italiana grazie a mia madre biologica italiana, attraverso quello che chiamiamo ius sanguinis, ossia il diritto di cittadinanza per discendenza. Tuttavia, trovo surreale la situazione in Italia riguardo alla cittadinanza per le seconde generazioni. Molti giovani nati e cresciuti in Italia, che hanno completato l’intero percorso di studi qui, non hanno ancora la cittadinanza solo perché i loro genitori sono stranieri. Queste persone vivono e respirano la cultura italiana, mangiano cibo italiano, hanno studiato nelle nostre scuole e sono influenzate dai nostri mass-media. Il governo, negli ultimi anni, non ha trovato una soluzione adeguata a questo problema, continuando a basarsi sulla cittadinanza per sangue. Credo sia necessario un rinnovamento delle leggi per riconoscere la cittadinanza a chi ha completato un ciclo di studi in Italia. Personalmente, sono favorevole allo ius soli, che concede la cittadinanza a chi nasce nel territorio italiano, indipendentemente dalle origini dei genitori. Questo diritto è fondamentale per garantire pari opportunità a tutti, inclusi i benefici sanitari e il diritto di voto. Non essere riconosciuti come cittadini limita l’accesso a molti benefici, dalla sanità ai diritti politici. La possibilità di viaggiare liberamente con un passaporto italiano è un altro aspetto importante. Spero che l’Italia prenda una direzione positiva su questo tema. Sono state raccolte oltre 4 milioni di firme a favore di una riforma della cittadinanza, che spero venga portata in Parlamento. Ho parlato di ius soli e ius culturae, ma ritengo che anche lo ius scholae possa essere una soluzione applicabile. Questo approccio riconoscerebbe la cittadinanza a chi ha completato il ciclo scolastico in Italia, anche se i genitori sono stranieri. È un passo avanti rispetto alla legislazione attuale e potrebbe essere il modo definitivo per concedere la cittadinanza italiana”.

Per concludere: nuovi progetti lavorativi all’orizzonte?

“Il 24-25-26 marzo uscirà al cinema “Prophecy”, un film tratto dal manga di Tetsuya Tsutsui. È stata un’esperienza fantastica lavorare ad un progetto di questo genere, poiché i manga non sono spesso adattati per il cinema in Italia. Insieme a me anche Damiano Gavino, Federica Sabatini e Dennis Santucci.  Inoltre, uscirà una nuova serie per Netflix intitolata “Sarah”, in cui interpreto Edoardo Bellitta, un giornalista d’inchiesta. Attualmente, sono in tournée in teatro con Alessio Boni e Antonella Attili nello spettacolo “L’Iliade”. Ho appena concluso le riprese di un nuovo film diretto da Massimo Spano, “Le Leonesse”, in cui ho recitato a fianco di Giorgia Spinelli. Anche questo progetto uscirà prossimamente al cinema, e sono davvero orgoglioso del lavoro svolto. Questi sono i principali progetti su cui sto lavorando al momento. Spero vivamente che possano aprire la strada a nuove opportunità e che in futuro ci siano altri progetti entusiasmanti in cantiere”.

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