Le sezioni primavera alla Cisl-scuola proprio non piacciono.

Il sindacato di Scrima non ha mai nascosto la sua contrarietà nei confronti dell’istituzione di queste sezioni di piccolissimi dentro la scuola dell’infanzia e, a scanso di equivoci, visto che se torna a parlare, è ritornato pubblicamente sull’argomento.

Con maggiore determinazione contraria. Senza mediazioni.

Lo stesso segretario generale, Francesco Scrima, in una sua dichiarazione (www.cislscuola.it), ha affermato che, pur riconoscendo che l’assenza di servizi all’infanzia dai tre mesi in su rappresenta per l’Italia una vera emergenza sociale, “.. ancora una volta dobbiamo ribadire la nostra ferma contrarietà di merito e di metodo ad un’operazione che intende scaricare sulla scuola dell’infanzia un problema di natura meramente socio-assistenziale, stravolgendone identità e finalità”.

Nel merito: se la Finanziaria ha abrogato la disposizione morattiana che consentiva l’ingresso alla scuola dell’infanzia con 6 mesi di anticipo, perché – e con quale coerenza si chiede Scrima – ci si ostina ora a riproporre l’anticipo attraverso le “sezioni primavera”, portandolo addirittura a 12 mesi?

“Nel metodo: se si tratta di un progetto di innovazione ordinamentale, questo non può essere gestito “clandestinamente” tra MPI e Regioni, bypassando il CNPI quale soggetto istituzionale di rappresentanza della scuola e investito in materia di parere obbligatorio anche se non vincolante.”

La questione è di competenza degli Enti locali, dice la Cisl.

“Il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe, invece, occuparsi prioritariamente di applicare le norme legislative ed amministrative che lo vedono responsabile: parliamo, in particolare, della generalizzazione della Scuola dell’infanzia su tutto il nostro territorio.”

La ferma posizione della Cisl sembra echeggiare una recente dichiarazione del viceministro Bastico che ha parlato di sezioni primavera incardinate negli asili nido (anziché nella scuola dell’infanzia).