Censis 2010/2. Quei 2,2 milioni di giovani che non studiano e non lavorano

Un altro dato che colpisce in questo 44° rapporto è che circa 2.242.000 giovani italiani tra i 15 e i 34 anni non studiano, non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano, come dimostra il fatto che nei primi due trimestri del 2010 si è registrato un calo degli occupati tra 15 e 34 anni del 5,9%, a fronte di una riduzione media dello 0,9%.

A soccorrere questa massa di inoccupati sono le famiglie, sicuramente il principale ammortizzatore sociale del Paese. Ma

 quali sono le cause del fenomeno? Il rapporto riporta i risultati di un’inchiesta secondo la quale il 57,8% dei giovani che non fanno nulla è convinto che i coetanei non trovino lavoro perché rifiutano occupazioni faticose e di scarso prestigio.

C’è anche da chiedersi, tuttavia, quanto incida sul fenomeno la grave sconnessione (mismatch) tra i risultati del sistema formativo, per numero e tipologie di diplomi e lauree, e i fabbisogni del mondo del lavoro, che vanno in direzione diversa.

A questa problematica, e alla necessità di un più efficace orientamento, la Confindustria nazionale ha dedicato grande attenzione e impegno con le iniziative nazionali e territoriali di ‘Orientagiovani’. Ma è la Lombardia, la regione italiana industrialmente più sviluppata, a soffrire di più per la carenza di giovani diplomati negli indirizzi tecnici. Per questo la Confindustria lombarda ha deciso di promuovere progetti di orientamento destinati non solo agli alunni di terza media ma anche ai loro compagni di prima e seconda, e perfino ai bambini di quarta e quinta classe primaria, nonché la costituzione di un sito, www.teknicamente.it, che raccoglie una ampia documentazione ed esperienze volte a supportare la scelta degli indirizzi tecnici dopo la licenza media.

Le iniziative sono state presentate la scorsa settimana in un convegno, svoltosi a Milano, durante il quale è emerso che nel 2010 alle imprese lombarde sono mancate ben 27.500 professionalità tecniche mentre, contemporaneamente, la disoccupazione giovanile nel primo trimestre del 2010 risultava del 25,4%.

In questo scenario si vive il paradosso dei giovani senza lavoro e delle imprese senza lavoratori.