
Nuovi interventi sul tema dell’ora di religione, dopo la diffusione alla stampa della lettera inviata nel maggio scorso dalla Congregazione vaticana per l’Educazione cattolica alle conferenze episcopali di tutto il mondo.
A gettare benzina sul fuoco del dibattito stavolta è il senatore Felice Casson, che ha presentato una mozione con altri dieci senatori del Pd per riaffermare che “la laicità nel nostro ordinamento non rappresenta una mera opzione culturale, ma assurge a principio supremo dello stesso“.
Per Casson, le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini al riguardo sollevano “forti perplessità in ordine al rispetto, da parte dell’esecutivo, del principio della eguale libertà delle confessioni religiose sancito dall’art. 8 della Costituzione e dalla Corte costituzionale ricondotto, quale espressione della natura laica dello Stato, tra i principi supremi del nostro ordinamento“.
“Pertanto è indispensabile – conclude Casson – che il governo si astenga da iniziative, quali in particolare quella annunciata dal Ministero per la pubblica istruzione di impugnare la suddetta sentenza del Tar del Lazio, volte a orientare l’azione delle pubbliche amministrazioni alla tutela privilegiata e preferenziale di determinate confessioni religiose rispetto alle altre. Al contrario, l’esecutivo e il ministro dell’Istruzione in particolare dovrebbero promuovere nelle università’ italiane corsi di laurea di teologia multi-confessionale” e, nel frattempo, “adoperarsi per una diversa regolazione dell’insegnamento della religione a scuola, dando concreta attuazione agli insegnamenti alternativi, dotandoli di adeguate risorse“.
Sulla stessa posizione del senatore democratico anche l’Arci, che, per voce del suo presidente nazionale Paolo Beni ha dichiarato: “Imporre alle scuole pubbliche l’insegnamento di una sola dottrina religiosa, per di più con la piena dignità di materia curricolare e con personale scelto direttamente dall’autorità ecclesiastica, è una pretesa irricevibile per uno Stato che voglia dirsi laico e aconfessionale come prescrive la nostra Costituzione“.
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