Carrozza: Dispersione non è colpa della scuola, ma della società

La dispersione scolastica “non è colpa della scuola, è colpa della società”. Lo ha affermato il ministro di Istruzione, Università, Ricerca, Maria Chiara Carrozza, intervistata alla trasmissione ‘Prima di tutto’, di Radio1.

Secondo Carrozza la fuga dalle aule “non è colpa della scuola, è colpa della società che evidentemente non riesce a motivare sufficientemente i bambini, a non essere solidale e inclusiva anche per le famiglie, come la scuola deve essere: è la sua finalità – ha sottolineato il ministro – deve tenere insieme la cittadinanza che ha doveri e diritti e fra questi quello di frequentare una scuola che prepari i bambini a sfruttare le loro attitudini”.

Secondo Carrozza combattere la dispersione scolastica “è nello spirito costituzionale, abbiamo il dovere di trovare nei bambini le loro potenzialità e sfruttarle, accompagnandoli nel loro percorso scolastico affinché si possa raggiungere il miglior risultato possibile, innalzando il livello degli studi. Se la scuola perde bambini, perde potenziali scienziati, avvocati, professori. Una volta la scuola era mobilità sociale, ora – ha detto il ministro – si è persa questa peculiarità, ma dobbiamo recuperarla”.

Il ministro ha poi spiegato il senso della priorità assegnata al problema della sicurezza nelle scuole nella  presentazione presso il Parlamento delle linee programmatiche del suo mandato.

Ho lanciato – ha indicato Carrozza – il piano che ha il significato di migliorare l’habitat di insegnanti e bambini. Ce n’è un grande bisogno in Italia, bisogna sostenere gli enti locali, che spesso sono proprietari degli edifici scolastici, in questa opera di manutenzione ordinaria e straordinaria. Questo – ha evidenziato il ministro – è un problema prioritario: bisogna far sentire i bambini sicuri a scuola in tutti i sensi, a partire dall’ambiente scolastico, per poi proseguire con gli insegnanti, i programmi, tutto quello che concerne il loro sviluppo, la loro crescita”.

La titolare del dicastero di viale Trastevere ha dunque espresso la necessità di “fare un lavoro con le Regioni per bilanciare il numero degli insegnanti in base alle effettive necessità, in base agli aspetti demografici; anche una valutazione degli insegnanti, certo, in base al progresso dei bambini nell’apprendimento. Dobbiamo sapere – ha proseguito Carrozza – da dove partire e dove dobbiamo arrivare e fare dell’offerta formativa un programma fattibile, che unisca le scuole del Paese, e che abbia un percorso condiviso. Dobbiamo imparare a sfruttare bene le risorse, imparare a spendere un po’ meglio i soldi, in modo più rapido ed efficace”.    

In tale quadro “pensiamo – ha detto il ministro – all’edilizia scolastica, dove da quando viene approvato il progetto di lavoro in cantiere all’investimento vero e proprio passa troppo tempo: dobbiamo velocizzare questo percorso sfruttando tutte le tecnologie che oggi possiamo avere, anche per rendere trasparenti e visibili ai cittadini tutto quello che si fa nella pubblica amministrazione”.

Abbiamo una grande voglia – ha continuato Carrozza – di dimostrarci trasparenti e di condividere con le famiglie tutto quello che si fa per migliorare la vita scolastica dei bambini, una sorta di monitoraggio, dall’ambiente all’attuazione dei programmi. In Italia spesso si fanno programmi, poi non si va a verificare se sono stati attuati o se ci sono state difficoltà: ecco un concetto più manageriale, nel senso più positivo del termine. Dobbiamo porci obiettivi comuni, anche per far capire davvero cos’è il lavoro di un insegnante e di un dirigente scolastico”, ha concluso il ministro Carrozza.