Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Carosello dei docenti, un problema storico cui va posto un freno

Quello del “carosello” dei docenti sulle cattedre è un problema storico per la scuola italiana, che si è aggravato negli ultimi anni con il crescente grado di precarizzazione del personale e la “fuga” di molti verso la pensione. Il Governo sta cercando di affrontare il problema con due soluzioni destinate ad incidere strutturalmente sul sistema: con un piano pluriennale di reclutamento (150 mila assunzioni nel triennio, di cui 50 mila già fatte) per stabilizzare l’organico, e con una norma che prevede limitazioni nelle richieste di trasferimento, inserita nel disegno di legge “Bersani ter“.
Nel frattempo però anche quest’anno, inevitabilmente, gli studenti italiani assisteranno al carosello dei docenti sulle cattedre.
Ci aveva già provato l’ex ministro Moratti a introdurre un primo divieto di chiedere annualmente il trasferimento di sede, ma, trattandosi di materia contrattuale, un anno fa il sindacato ha disapplicato la norma. Ora si ritenta.
A questa situazione di discontinuità degli insegnanti va poi aggiunto il fenomeno fisiologico (più o meno) delle altre interruzioni della continuità durante l’anno scolastico per assenze dei titolari con impiego temporaneo di supplenti (altre “facce nuove“, le cosiddette “supplenze brevi“) per una percentuale di cattedre coinvolte che secondo dati ufficiosi e probabilmente sottostimati è almeno del 5%.
Particolarmente grave la situazione per gli alunni disabili, proprio là dove sarebbe ancora più importante mantenere una continuità nell’accompagnamento dell’alunno nell’ambito di un programma individualizzato. Infatti tra i docenti di sostegno il tasso di precarietà raggiunge il 47,4% (dati MPI). Nei cinque anni di scuola elementare, ad esempio, un alunno disabile che si imbatta in un posto “in deroga” (cioè non coperto da un insegnante titolare della cattedra di sostegno) – il che avviene appunto quasi in un caso su due – può vedersi cambiare il docente di sostegno ogni anno, con tutti i disagi del caso.
Anche qui si sta cercando di porre riparo, infatti la Finanziaria 2007 ha previsto di rivedere i criteri per la determinazione degli organici e di ridurre i posti cosiddetti “in deroga” (ma gli effetti si vedranno forse dal 2008-2009).
Una cosa è certa: l’obiettivo di garantire una maggiore stabilità di servizio ai docenti (principalmente abbattendo il precariato e poi contenendo l’eccessiva mobilità del personale) può avere una ricaduta significativa per la qualità del servizio offerto dalla scuola.

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