
Campania in zona rossa? Preoccupazione nelle scuole romane

Nelle aree rosse italiane individuate dal DPCM 3 novembre (Lombardia, Piemonte e Calabria) a cui si è aggiunto l’Alto Adige, è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute; vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altro. Proprio in considerazione di quei divieti nelle scuole del primo ciclo e dell’infanzia della capitale, i capi d’istituto si interrogano con preoccupazione sulla possibile e forse probabile estensione della fascia rossa alla vicina Campania. Cosa succederebbe nelle scuole della capitale se la Campania diventasse fascia rossa?
La domanda non è peregrina, perché da diverse località campane, in primis da Caserta e da Napoli, arrivano quotidianamente centinaia e centinaia di supplenti che lavorano soprattutto per scuole dell’infanzia e scuole primarie.
È pur vero che il DPCM, nel vietare la mobilità interregionale e l’uso dei mezzi pubblici, precisa tuttavia: “salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”, ma è comunque forte il timore che molti supplenti campani possano essere bloccati a casa dalle limitazioni di un nuovo decreto. Se ciò avvenisse, molte scuole romane potrebbero trovarsi nella difficoltà o nell’impossibilità di assicurare il regolare servizio in presenza, pur trovandosi in zona gialla, dove le sole limitazioni al servizio scolastico riguardano le lezioni in presenza per le scuole superiori.
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