Cade un altro tabù: la preparazione degli insegnanti

La polemica che sta accompagnando in questi giorni la questione della preparazione professionale dei docenti meridionali, provocata da alcune dichiarazioni (poi puntualizzate) del ministro Gelmini, ha, quanto meno, il merito di porre al centro della riflessione la preparazione degli insegnanti italiani.

Per il momento si sprecano difese d’ufficio sia sul fronte politico che su quello sindacale, senza avere il coraggio di chiedersi se nelle affermazioni del ministro (che rileva un rapporto di causa-effetto tra prestazione degli insegnanti e preparazione degli studenti) vi sia qualche fondamento.

Dalla disarticolazione dei dati internazionali emerge un netto divario nord-sud nei livelli di apprendimento dei nostri ragazzi. Il rapporto di Tuttoscuola sulla qualità nella scuola ha confermato tale divario.

Al di là del riferimento geografico (sud-nord), non è certamente di poco conto cercare di capire se i risultati internazionali Ocse-Pisa, che danno drammaticamente in situazione di continua regressione i livelli complessivi di apprendimento dei nostri studenti, dipendano dagli interventi dei docenti o dalle condizioni strutturali e di contesto in cui operano le scuole.

Sono le strutture fisiche e le risorse materiali e strumentali che generano bassi livelli di preparazione degli studenti?