Burnout: le vittime possono sviluppare un disturbo cardiaco potenzialmente mortale

Stanchi, privi di energia, demoralizzati e facilemente irritabili? Potrebbe trattarsi di burnout, quella sindrome associata ora dalla scienza anche al rischio di sviluppare un disturbo del ritmo cardiaco potenzialmente mortale. È la conclusione, secondo quanto riportato da Adnkronos, di un ampio studio pubblicato sull”European Journal of Preventive Cardiology‘, una rivista dell’European Society of Cardiology (Esc). ricordiamo che Tuttoscuola, al tema del burnout e, più in generale, delle malattie professionali per chi lavora nel mondo della scuola, sta dedicando un mini ciclo gratuito di webinar con il dott. Vittorio Lodolo D’Oria, medico specialista che si occupa delle malattie professionali degli insegnanti dal 1992, in collaborazione con Insegnante Protetto: prossimo appuntamento il 5 febbraio 2020, alle 17.00.

“Questo esaurimento vitale, comunemente indicato come sindrome del burnout, è tipicamente causato da stress prolungato e profondo sul lavoro o a casa”, ricorda l’autore dello studio Parveen K. Garg, dell’Università della California del Sud a Los Angeles. “I risultati del nostro studio fanno chiarezza sul danno che può essere causato nelle persone che soffrono di questa forma di esaurimento” se non viene controllata. La fibrillazione atriale è la forma più comune di aritmia cardiaca. Si stima che 17 milioni di persone in Europa e 10 milioni negli Stati Uniti ne soffriranno entro il prossimo anno, con un aumento del rischio di infarto, ictus e morte. Tuttavia, ciò che provoca la fibrillazione atriale non è ancora del tutto chiaro.

Il disagio psicologico è stato suggerito come fattore di rischio per la fibrillazione atriale, ma studi precedenti hanno mostrato risultati contrastanti. Inoltre, fino ad ora l’associazione tra sindrome del burnout e fibrillazione atriale non era stata analizzata. I ricercatori hanno esaminato oltre 11.000 soggetti in cerca di sintomi di burnout, indagando anche su aggressività, uso di antidepressivi e scarso supporto sociale. Li hanno poi seguiti per un periodo di quasi 25 anni per intercettare un eventuale sviluppo della fibrillazione atriale. Ebbene, i partecipanti con i più alti livelli di burnout avevano un rischio maggiore del 20% di sviluppare fibrillazione atriale nel corso del follow-up rispetto a quelli con poca o nessuna evidenza di questo tipo di problema.

Secondo Garg, probabilmente sono in gioco due meccanismi. “L’esaurimento è associato a un aumento dell’infiammazione e a una maggiore attivazione della risposta fisiologica allo stress del corpo”, ha detto. “Quando questi due elementi vengono innescati in modo cronico, possono avere effetti gravi e dannosi sul tessuto cardiaco, che potrebbero alla fine portare allo sviluppo di questa aritmia”.