Buona Scuola/2. I sindacati cercheranno di rifarsi al tavolo contrattuale

I cinque sindacati rappresentativi, protagonisti del megasciopero del 5 maggio 2015, il più compatto della storia repubblicana, hanno attaccato soprattutto la decisione di affidare al ‘preside’ autonome funzioni di selezione, affidamento di incarichi, valutazione e remunerazione premiale dei docenti, individuando in ciò un rischio per la libertà di insegnamento.

Va detto che, a seguito delle critiche ricevute, i superpoteri del DS sono stati abbondantemente bilanciati nei passaggi parlamentari della legge, che hanno valorizzato il ruolo del Collegio e quello del Consiglio di istituto nella elaborazione e approvazione del Piano triennale dell’offerta formativa; e comunque la libertà di insegnamento è garantita dalla Costituzione.

Ma i sindacati confederali, ancor più ora che la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti, cercheranno di rimettere in discussione al tavolo delle trattative la questione della mobilità territoriale e quella dei compensi aggiuntivi degli insegnanti, considerate materie contrattuali. Mentre l’Anief annuncia, seguendo la sua naturale propensione a privilegiare le aule dei tribunali, una “guerra” di ricorsi e i Cobas, più legati alla protesta sociale, una “guerriglia” scuola per scuola. Anche le associazioni degli studenti (Uds, Rete) promettono di dare battaglia già in apertura del nuovo anno scolastico.

L’ANP, in previsione dell’autunno caldo dei presidi, ha programmato per loro una serie di iniziative di formazione, circa cinquanta seminari territoriali, che si terranno tra il 15 settembre e il 5 ottobre.

Insomma, il clima è di guerra, guerriglia e scioperi studenteschi, attacchi e difese. Forse, a questo punto, sarebbe nell’interesse di tutti che il Governo assumesse l’iniziativa di convocare i sindacati e di avere con loro un confronto magari duro, ma leale. La legge ormai c’è, o meglio ci sarà a breve, i sindacati non possono rimetterla in discussione. Ma il contratto non c’è, e questo è il loro punto di forza.