Bullismo verso i docenti: prevenzione o sanzione?

Le disposizioni ci sono: basta applicarle. È una frase ricorrente che vale anche per gli studenti violenti da sanzionare.

Secondo il sen. Mario Pittoni della Lega, il diffondersi preoccupante dei casi di bullismo arrivati anche agli onori delle cronache è da imputare, soprattutto, all’abolizione della bocciatura e alle promozioni facili. La richiesta della ministra Fedeli di sanzionare i bulli con la bocciatura arriverebbe tardiva, che equivale a chiudere la stalla a buoi scappati.

“Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, al contrario di quanto prevede la legge sulla “Buona scuola”, voluta dal Pd di Renzi, Gentiloni e Fedeli, che la bocciatura l’ha di fatto abolita, se non in casi assolutamente eccezionali”, ha affermato Pittoni.

Sugli interventi preventivi si può concordare con il senatore leghista, ma le disposizioni per sanzionare anche in modo severo i comportamenti dei bulli non sono cambiate. Sono previste infatti da vent’anni (statuto degli studenti, di cui al DPR 249/1998). Basta applicarle nei modi e nei termini indicati dallo stesso statuto, tenendo conto anche delle modifiche suggerite dieci anni fa.

Su questa disputa a distanza tra il sen. Pittoni – che ritiene necessario sanzionare sul nascere lo scarso impegno e i comportamenti scorretti-e la ministra uscente Fedeli – che invoca la sanzione più severa per i bulli violenti – va detto con franchezza che certi comportamenti degli studenti, attuati in gruppo, ad esempio, nelle occupazioni, sono l’anticamera e a volte la premessa per intimidire o condizionare gli insegnanti, una forma meno evidente ma non meno grave dei singoli atti di bullismo che si manifestano nelle aule contro i docenti ‘più deboli’.

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