Bullismo a scuola: clima di classe e modelli di comportamento

Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo con caratteristiche peculiari e distintive: il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente, si ripete nel tempo più volte e tra le parti coinvolte (il bullo e la vittima) c’è una differenza di potere, dovuta alla forza fisica, all’età o alla numerosità quando le aggressioni sono di gruppo.

Il bullo e la vittima

Il bullo è colui che attacca, offende, minaccia, domina, opprime, prende a schiaffi o pugni, danneggia cose ai più deboli verso cui non sembra provare alcun sentimento. Individua la vittima tra i compagni più fragili e mette in atto le sue prevaricazioni nei momenti e nei luoghi dove solitamente non può essere scoperto dagli adulti. Può contare a questo fine anche del supporto silente dei suoi amici e degli spettatori. Alla base del suo comportamento aggressivo sembrano esserci fattori individuali e familiari: un temperamento attivo-impulsivo del bambino, caratterizzato da un’aggressività diffusa, diretta anche verso gli adulti; il legame di attaccamento madre-bambino (insicuro-evitante); l’eccessiva permissività e tolleranza verso l’aggressività manifestata verso i coetanei e i fratelli; l’uso eccessivo di punizioni fisiche porta il bambino a utilizzarle come strumento per far rispettare le proprie regole. Le vittime possono essere distinte in due categorie: quelle passive o sottomesse solitamente sono più ansiose e insicure, deboli fisicamente, hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione, non possiedono le abilità per affrontare la situazione ecc, e quelle provocatrici, caratterizzate da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive che tendono ad essere inquiete e offensive, a controbattere ecc.

L’intervento in aula: la gestione del gruppo e il clima di classe

Per intervenire in maniera efficace contro il bullismo occorre operare per una effettiva riduzione del bullismo e attuare con costanza interventi di lunga durata, complessi e mirati a tutti i livelli dell’esperienza soggettiva (cognitivo, emotivo, affettivo, socio relazionale ecc.). Inoltre, vista la forte correlazione alla dinamica interna del gruppo, è prioritario agire a livello di classe e di sistema scolastico nel suo complesso per incidere sulle dinamiche interne al gruppo-classe e sulle componenti interpersonali.

Al di là di interventi su larga scala, che coinvolgano magari l’intera comunità scolastica, o, viceversa, di quegli interventi mirati e individualizzati sul bullo, la vittima o gli altri attori coinvolti in fatti già accaduti, è possibile agire sia in termini preventivi che “riparativi” sul clima di classe. Saper ben gestire la classe, favorire un clima positivo, accogliente e sicuro, è infatti uno strumento fortemente educativo anche nei confronti del fenomeno del bullismo. Da un lato fornisce un contenitore dell’esperienza emotiva, dall’altro l’insegnante diviene modello positivo di comportamento, capace di esprimere e far esprimere contenuti personali e riflessioni relazionali importanti.

Prof.ssa Marta Mani
Pedagogista Clinico
Docente della formazione “La Gestione e il Clima di classe” presso ISFAR | Istituto Superiore di Formazione, Aggiornamento e Ricerca

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