Bullismo: arriva il numero verde e l’allontanamento dalla famiglia. Il ruolo della scuola

“Il ragazzo che compie atti di bullismo e che non modifica i propri comportamenti dopo un percorso di rieducazione, potrebbe essere allontanato dalla famiglia dal Tribunale dei minori e affidato a una casa famiglia se la permanenza con i genitori risulta controproducente alla sua rieducazione”. È quanto prevede – secondo quanto riportato da Ansa.it – per i casi più gravi di bullismo, la legge che la Commissione Giustizia della Camera ha approvato e che arriverà in Aula lunedì prossimo. La legge istituisce anche un numero verde, il 114, per le vittime ed anche le sanzioni pecuniarie ai genitori che non mandano i figli a scuola. Non saranno punite solo più le famiglie che non mandano i bambini nelle scuole elementari ma anche quelli che non lo fanno per tutte le scuole dell’obbligo. Vediamo insieme cosa prevede la legge e quale sarà il ruolo della scuola.

Stretta sui bulli: bullismo come stalking

Il testo approvato prevede una parte penale per i maggiorenni: il bullismo viene accumunato allo stalking (articolo 612 bis del codice penale). Molto più articolata la parte preventiva ed rieducativa, nel caso in cui il bullo sia un minore, e infatti si interviene sul processo penale minorile. La proposta prevede che qualsiasi soggetto, nella scuola e fuori da essa, possa segnalare i casi di bullismo al Procuratore, il quale gira al Tribunale dei minori la segnalazione. Il Tribunale apre quindi un procedimento in cui stabilisce «gli obiettivi» di un percorso di rieducazione del “bullo”, mentre i dettagli dei “progetto” rieducativo vengono definiti dai servizi sociali insieme alla famiglia del ragazzo.

Il dirigente scolastico decide se coinvolgere i servizi sociali

In base alla proposta che ha ottenuto il via libera della Commissione, il dirigente scolastico che viene a conoscenza di qualsiasi tipo di atti di bullismo e cyberbullismo che coinvolgono a qualsiasi titolo studenti iscritti all’istituto scolastico che dirige, valuta se coinvolgere i servizi sociali e sanitari al fine di predisporre percorsi personalizzati per l’assistenza delle vittime e per l’accompagnamento rieducativo degli autori degli atti.

L’affidamento ai servizi sociali

Tra le ipotesi c’è quella poi che vede che «con scadenza annuale», il servizio sociale «trasmette al Tribunale per i minorenni una relazione che illustra il percorso e gli esiti dell’intervento. Il Tribunale per i minorenni, valutate le risultanze attestate nella relazione e sentito il minorenne e i genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale, con decreto motivato, può in via alternativa» dichiarare concluso il percorso rieducativo; proseguire il percorso e il progetto; disporre l’affidamento del minorenne ai servizi sociali; oppure «disporre il collocamento del minorenne in una comunità, qualora gli interventi previsti dai numeri precedenti appaiano inadeguati».

Bullismo: monitorare il fenomeno. Gli strumenti per i docenti

Sarà il Ministero dell’Istruzione, attraverso proprie piattaforme nazionali di formazione e monitoraggio, a mettere a disposizione delle scuole strumenti di valutazione e questionari da somministrare a docenti e studenti.