Borse di studio universitarie. Carta canta

Le tabelle di Tremonti proverebbero quanto invece smentito dal Miur

Nei giorni scorsi si sono susseguite diverse dichiarazioni di esponenti dell’opposizione che hanno denunciato il taglio dei fondi per le borse di studio universitario per il prossimo anno.

“È un ulteriore colpo al sistema formativo italiano – aveva dichiarato il senatore Rusconi (Pd), capogruppo in commissione istruzione al Senato – deciso da un governo che adotta misure in controtendenza con tutta Europa dove invece si continua a investire in conoscenza e sapere, anche in un momento di forte crisi“.

Poi è arrivata la secca smentita del Miur che ha dichiarato prive di qualsiasi fondamento le accuse di presunti tagli alle borse di studio per gli studenti universitari.

Tutto finito? Per niente, perché sulla questione è intervenuto nuovamente Marco Meloni, responsabile università del Pd che ha ironizzato sul fatto che il ministero dell’Istruzione “ora smentisce le tabelle di Tremonti“.

Per noi – è detto in una nota – fanno testo i documenti ufficiali: il disegno di legge di stabilità, al cap. 1695, esposto in tabella C, prevede che il Fondo di intervento integrativo da ripartire tra le regioni per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio, abbia per il 2011 una dotazione di 25,7 milioni di euro, contro gli oltre 99 milioni del 2010: la riduzione è dunque di 74 milioni. Ricordiamo che queste risorse erano pari nel 2009 a 112 milioni e nel 2008 a 152 milioni”.

Dunque si può tranquillamente affermare – continua il responsabile università del Pd – che siamo di fronte a una cancellazione sostanziale degli interventi per prestiti d’onore e borse di studio. Se poi il Ministero ci vorrà dare elementi più certi che dimostrino che questi fondi non sono stati ridotti, ne saremmo ben lieti, perché ad oggi sta smentendo quanto c’è scritto nel bilancio dello Stato. Però lo facciano carte alla mano, visto che non è la prima volta che il Ministro Gelmini dimostra che le sue informazioni su quanto viene deciso dal Ministro dell’Economia sono assai limitate, e le sue promesse sulle risorse per l’Università del tutto inattendibili”.