Bonus maturità: per cambiare serve decreto legge

Sulla questione, sempre più ingarbugliata, del bonus maturità interviene sul suo blog  Max Bruschi, già consigliere del ministro Gelmini. Premesso che a suo avviso “Il bonus maturità è una vicenda tipica di una certa ‘italianità’ nel costruire e abbattere le norme, italianità che in questo caso non rappresenta una eccellenza”, Bruschi ricorda che proprio a causa del complessa attuazione della norma, risalente a un decreto legislativo voluto dall’allora ministro Fioroni (D. Lgs 14 gennaio 2008 n, 21), il ministro Gelmini preferì soprassedere alla sua attuazione, limitandosi a ridurre il bonus da 25 a 10 punti.

A questo punto “Le soluzioni sono solo due”, si legge nel blog. “Prima soluzione, se si vuole, prima o poi, valorizzare il percorso scolastico, procedere a riscrivere l’articolo 10 del decreto (quello attuativo firmato da Profumo, ndr), ma dopo aver, per decreto legge, sospeso l’applicazione del decreto legislativo” (di Fioroni). “Opportunissimo” sarebbe fra l’altro “reintrodurre la valutazione della lode che oggi, come da più parti si evidenzia, è un risultato difficilissimo da ottenere”.

In alternativa, “se si considera il voto all’esame di Stato come una mera formalità, procedere per decreto legge all’abrogazione dell’articolo 4 del Dlgs 21/2008, una volta per tutte, senza rifugiarsi nell’ipocrisia del rinvio ‘sine die’. Tertium – è l’aristotelica conclusione di Bruschi – non datur”.