“Anche io abolirei Storia dell’Arte. Al liceo era una pena”. A pronunciare la battuta, secondo quanto riportato da ilsecoloxix.it, non sarebbe stato uno studente qualunque, ma il ministro dei Beni Culturali in persona, Alberto Bonisoli. La frase trasmessa in streaming sul canale del Mibac e ancora in rete su YouTube (qui il video), sta creando un certo scompiglio nel mondo degli storici dell’arte. Anche l’ANISA (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte) è intervenuta per bocca della sua presidente, Irene Baldriga: “Risulta quantomeno bizzarro il fatto che – nel frattempo – la sua stessa maggioranza abbia rilanciato la proposta di una legge che concretizzi il potenziamento della storia dell’arte nella scuola”.
ANISA combatte da molto tempo per la difesa della storia dell’arte in tutti gli indirizzi di studio. “Intorno a questa fondamentale battaglia civica e culturale abbiamo raccolto il consenso dell’opinione pubblica, delle forze politiche, della stampa nazionale – dichiara Baldriga in un comunicato stampa -. Garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire in modo consapevole del patrimonio culturale e del paesaggio significa da un lato onorare i principi fondamentali della nostra Costituzione, dall’altro equivale a creare le condizioni necessarie a perseguire l’obiettivo della conservazione e della tutela del patrimonio stesso. ‘Non vi è tutela senza conoscenza’: un principio chiaro, quasi scontato per chi si occupi di beni culturali a qualsiasi livello. Lo si insegna nelle università, nelle scuole, nei corsi di aggiornamento. La storia dell’arte è un pilastro fondamentale dell’educazione alla cittadinanza: la vogliamo nella scuola primaria, la vogliamo negli istituti tecnici e professionali. E la vogliamo perché è giusto offrire a tutti i bambini e a tutti i ragazzi pari opportunità di accesso alla bellezza, alla storia dei luoghi ove crescono ogni giorno, al mondo complesso che li circonda”.
“Se davvero ha pronunciato quelle parole – conclude la presidente dell’ANISA -, vorremmo dire al Ministro che la storia dell’arte è una disciplina importante, nel senso più puro del termine: significa molto per i giovani possedere delle chiavi di lettura per apprezzare la bellezza e la densità del patrimonio di cui saranno eredi. Attendiamo, fiduciosi, una smentita”.
Intanto arriva su Facebook la precisazione del Ministro: “Ho sdrammatizzato, verso la fine, quando eravamo tutti un po’ stanchi, con una battuta, come si evince chiaramente dal video di quella riunione. Credo che gli insegnanti di storia dell’arte (e quelli di chimica), a cui è sempre andata, sin dal liceo, la mia stima, siano dotati di senso dell’ironia per cui se vedranno il video capiranno che non ho neanche la necessità di scusarmi con loro”.
Caro sig. Ministro,
sarà anche stata una battuta, ma certamente di cattivo gusto.
Soprattutto perchè fatta da un Ministro della Repubblica che si dovrebbe occupare dei Beni Culturali.
Buon lavoro!
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