Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Bisogna insegnare agli Italiani a mangiare pesce

 “Bisognerebbe mangiare pesce almeno due volte a settimane”. Ecco la prima buona regola elementare, di carattere nutrizionale, ripresa anche in queste ultime settimane dai nutrizionisti e dai dietologici di tutto il Paese, interrogati oltretutto con poca fantasia sul tema, nella solita stucchevole concomitanza con la stagione estiva, quando buona parte degli italiani è infatti alle prese con le vacanze al mare, i soliti evidenti problemi (anche estetici) di soprappeso e le solite irresponsabili diete da fai da te…

L’ultimo in ordine di tempo ad esprimersi – intervistato – sul tema, il professor Eugenio De Toma, presidente onorario dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica – il quale attraverso le pagine di uno dei più diffusi quotidiani italiani ha appunto sottolineato una volta di più – in questi giorni – l’esigenza di imparare (ed insegnare) ad inserire il pesce nella nostra dieta settimanale – fresco o surgelato, d’allevamento o meno che sia – dal momento che le qualità del prodotto e le sue capacità nutritive non dipendono in alcun modo da questi fattori. Al centro della valutazione estremamente positiva del prodotto – “pesce azzurro in primis, disponibile nei nostri mari, fresco e leggero oltretutto” secondo De Toma – la presenza dei ben noti omega3, acidi che aiutano in buona misura a prevenire i danni a carico dell’apparato cardiovascolare.

Tante le campagne del resto proposte sul tema anche dalle nostre Istituzioni negli ultimi anni (le più celebri quelle promosse dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dalla Direzione per la Pesca), iniziative spesso passate anche attraverso concorsi e format televisivi, dove in ogni caso si è sottolineata non solo la tipicità di certi prodotti ittici ma anche la loro convenienza dal punto di vista nutrizionale. Ciò nonostante sono solo 9 i kg di pesce consumati ogni anno dagli italiani contro i ben 51 di carne bovina, e pur sottolineando una volta di più i pochi grassi contenuti nel pesce rispetto a quelli presenti in altri alimenti (carne compresa). Quasi ogni tipo di pesce del resto è consigliabile, fin dalla più tenera età (un po’ meno crostacei e molluschi a dire il vero), con una chiara preferenza a favore di lucci, merluzzi, sogliole, rombi, palombi, razze.

In definitiva – ci ricordano gli esperti – per 100 grammi di prodotto si va dalle appena 50 calorie dei gamberi, alle 86 del merluzzo, alle 118 del pesce spada. In coda, stoccafisso, tonno sott’olio, acciughe salmone sgombro. Con la sorpresa negativa del caviale, oltretutto. A ricordare che il prezzo di un prodotto nella nostra spesa ancora una volta si dimostra davvero non essere tutto.

Forgot Password