Bertagna/1. L’INVALSI è in-competente?

La competenza dei pompieri, dice Bertagna in un articolo pubblicato su “Tuttoscuola” di giugno, può essere valutata solo in situazione, nel momento in cui dimostrano di essere capaci di spegnere l’incendio. Prima non può essere valutata, e a poco serve sapere quali e quante sono le loro conoscenze e le loro teoriche abilità.

La metafora serve a Bertagna per lanciare un attacco all’INVALSI il quale, “infischiandosene di queste distinzioni, peraltro presenti in maniera non equivoca nelle norme, ha mandato in giro in tutte le scuole prove che hanno preteso, ambiziosamente, di ‘valutare le conoscenze e competenze’ degli allievi. In due ore di prova, insomma, l’INVALSI ha rivendicato la competenza, beato lui, di capire e di distinguere i pompieri affidabili da quelli inaffidabili, e di dare giudizi al Paese sul loro grado di conoscenze-competenze!“.

La querelle sembrerebbe di scuola bizantina, perché in sostanza l’INVALSI chiama “competenze” quelle che Bertagna chiama “abilità“, cioè la capacità di affrontare e risolvere problemi, di effettuare prestazioni di un certo tipo a un certo livello.
Secondo Bertagna però le “competenze” che contano sono solo quelle “personali”, che non possono essere valutate da lontano, sulla base di impersonali, fredde prove oggettive, ma soltanto da vicino, e da parte degli stessi insegnanti che hanno trasformato le astratte conoscenze e abilità contenute nelle “Indicazioni nazionali” in concreti obiettivi formativi e in piani di studio personalizzati. Ma in questo modo i due piani sembrano destinati a non incontrarsi mai…