Autonomia: pensare ai decreti attuativi in modo sistematico

Nel decreto sulla semplificazione vi sono due aspetti da mettere in rilievo riguardo all’autonomia delle istituzioni scolastiche. Il primo è che non sono importanti le singole misure, ma il loro insieme e la coerenza che le deve caratterizzare: contribuire ciascuna allo sviluppo qualitativo della scuola.

Non solo il potenziamento dell’autonomia, di cui tanto si è parlato in questi anni, la definizione di un organico dell’autonomia, funzionale alle attività formative delle istituzioni scolastiche e la costituzione di un organico di rete di per sé risolutivi delle difficoltà in cui versa la scuola, ma è il loro inserimento in un programma organico di misure (formazione iniziale e in servizio del personale, reclutamento, concorso, nuova governance territoriale, attuazione Titolo V etc) da adottare – ciascuna con la tempistica richiesta – che può spingere la crescita del sistema educativo in modo sostenuto.

Il Miur non deve fare niente di nuovo, ma solo fare quello che avrebbe dovuto fare ieri e che anche oggi continua a posporre a dopo la conversione in legge del decreto legge di semplificazione.

Ci limitiamo a suggerire al neo capo Dipartimento Lucrezia Stellacci, alla quale rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro, di non limitarsi a leggere la situazione attuale. Ci auguriamo invece che colga l’opportunità di porre a tutti coloro che operano, con diversi ruoli e funzioni, nella scuola e per la scuola, domande e impegno per determinare nuove ipotesi strategiche per la gestione del sistema educativo. Correrà dei rischi di “popolarità”, ma la scuola gliene sarà grata.