Autonomia differenziata, sindacati fanno appello al Senato: ‘Fuori Istruzione dal DDL Calderoli’

Un appello sottoscritto da tutti i maggiori sindacati rappresentativi del mondo dell’Istruzione è stato inviato oggi al presidente del Senato e a tutti i Senatori in vista dell’iter di discussione sul disegno di legge 615 sull’autonomia differenziata (DDL Calderoli) il cui avvio è previsto il prossimo 16 gennaio. Un appello che contiene una richiesta condivisa da tutte le organizzazioni sindacali: “La piena salvaguardia del carattere unitario e nazionale del nostro sistema pubblico di istruzione”, che deve perciò restare fuori dal dal processo di regionalizzazione avviato dal Governo.

I sindacati manifestano infatti grande preoccupazione “in merito agli esiti deprecabili, che possono determinarsi ove giungesse a compimento l’iter del DDL n.615 contenente ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma della Costituzione’”.
 
In particolar modo preoccupano le ricadute sulla scuola. Infatti, continua l’appello, “attraverso le intese regionali si prevede che si possa giungere a far diventar le norme generali sull’istruzione – oggi legislazione esclusiva dello Stato – oggetto di legislazione concorrente. Altro non significa “regionalizzare” e quindi differenziare le norme che disciplinano le finalità della scuola e che – al contrario – dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme”.
 
Facendo appello alla Costituzione, i sindacati ricordano che essa attribuisce al sistema scolastico “valenza necessariamente generale ed unitaria che identifica un ambito di competenza esclusivamente statale”.
 
Per le organizzazioni sindacali: “Esiste un tema che chiama direttamente in causa la missione principale della scuola ovvero la costruzione della cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano la convivenza democratica. Questo ruolo del sistema di istruzione statale sarebbe inevitabilmente pregiudicato da una scelta regionalistica e territorialistica. Per queste molteplici ragioni crediamo che tutto ciò vada scongiurato”.
 
La richiesta esplicita dei sindacati è una sola: “Si tenga la scuola ‘organo costituzionale’ fuori dal processo tracciato dal DDL n. 615. Perché nella scuola – unica nelle finalità, nazionale nell’ordinamento, uguale nei diritti dell’alunno – risiede la nostra appartenenza alla comunità nazionale, il nostro orgoglio di essere europei in quanto italiani e italiani in quanto europei”, si conclude l’appello.
 
“Col trasferimento di competenze alle Regioni, – dichiara in particolare Cisl Scuola – mentre all’autonomia delle scuole non vedrebbe più riconosciuto in modo esplicito un profilo di rango costituzionale, il rischio è di innescare forme più opprimenti di centralismo, con ‘dinamiche di condizionamento più accentuate di quanto non avvenga in un sistema di dimensione più ampia e garantito da uno status di autonomia delle scuole costituzionalmente riconosciuto’; un condizionamento che potrebbe riguardare anche la stessa libertà di insegnamento”.
 
Per la CISL Scuola, quindi, “l’auspicio è che le considerazioni svolte possano essere attentamente valutate in sede legislativa, accogliendo la richiesta di escludere la materia ‘istruzione’ dal processo tracciato dal disegno di legge Calderoli attualmente all’esame del Senato”.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA