Aumento di pensionamenti nella scuola. Quale riforma fa paura?

Il personale della scuola, secondo i primi dati resi noti dall’Inpdap, l’Istituto previdenziale dei dipendenti pubblici, ha fatto registrare un aumento dei pensionamenti per dimissioni dal servizio, in misura nettamente superiore agli altri dipendenti pubblici.

I docenti in pensione l’anno scorso sono stati poco più di 20 mila, mentre quest’anno sono quasi 32 mila: un incremento di quasi 12 mila pensionamenti dovuti soprattutto alle dimissioni dal servizio, più che per raggiunti limiti di età. Analogamente, il personale Ata fa registrare un maggior numero di pensionamenti (+ 2 mila), rispetto all’anno scorso, quando hanno lasciato il servizio in 6.383 tra collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e direttori dei servizi.

Questo imprevisto aumento di pensionamenti nella scuola, in controtendenza rispetto agli altri lavoratori, ha posto un interrogativo: quale ragione, quale riforma può avere indotto quelle migliaia di persone in più a lasciare il servizio?

Qualcuno ha pensato soprattutto alle riforme Gelmini, come causa dell’aumento delle dimissioni, anche se negli anni scorsi le ragioni delle impennate di pensionamenti volontari sono sempre derivate dalle riforme previdenziali, anziché da quelle del sistema di istruzione.

Al momento di presentare domanda di pensione, nel gennaio scorso, non erano ancora noti gli schemi di regolamento dei tecnici, professionali e dei licei (arrivati a maggio-giugno), ma si sapeva soltanto del rinvio di un anno delle riforma delle superiori. La riforma Gelmini non poteva incidere in quel momento nelle scelte dei docenti degli istituti di istruzione secondaria superiore.

Era invece già noto il regolamento di riordino della scuola dell’infanzia e del primo ciclo. I settori dell’infanzia e della secondaria di I grado non sono interessati a modifiche strutturali significative, solo i docenti della primaria avrebbero potuto avere “paura” dei cambiamenti del docente unico.

Non sembra, quindi, complessivamente plausibile che l’aumento di pensionamenti nella scuola fondi la sua ragione sulle riforme Gelmini.       

È quindi più probabilmente la mini-riforma delle pensioni che coinvolge soprattutto il personale femminile (presente massicciamente nella scuola) ad essere la causa principale dell’impennata di pensionamenti nella scuola. Secondo il segretario della Uil-scuola, Di Menna, è anche l’effetto psicologico del tam-tam sulla riforma delle pensioni: “Le periodiche esternazioni dei politici determinano sicuramente una forte preoccupazione per il futuro“.