Arriva pure il Bersani ter

Novità in vista per la prossima Maturità. Il cosiddetto disegno di legge Bersani ter comincia a creare malumori: a partire dalla precedenza che verrà data ai docenti universitari nella carica di presidente di commissione rispetto ai docenti “anziani” (10 anni di ruolo almeno) della scuola secondaria superiore.

Fino ad ora infatti l’ordine era: dirigenti secondaria superiore, dirigenti primaria e secondaria inferiore, docenti secondaria superiore, docenti universitari. Il nuovo ordine metterà al terzo posto i docenti universitari e al quarto quelli di scuola secondaria superiore.

E’ un provvedimento che non mancherà di scatenare le polemiche dal momento che il posto di presidente è assai più ambito di quello di commissario e che già quest’anno lo stesso scaglionamento, introdotto in sede amministrativa, tra i docenti della secondaria ha provocato non poche esclusioni dall’incarico e non poche polemiche.

Altra norma che desta problemi che è quella che assegna allo Stato il pagamento dei commissari interni delle scuole paritarie destinando a questo scopo 6 milioni di euro. In altre parole – sostengono alcuni – si finanziano in qualche modo le scuole private paritarie con la scusa della loro funzione pubblica tanto più enfatizzata trattandosi di esami di Stato.

Più confortante sembra essere la norma, connessa alla precedente, che porta a 177 milioni di euro dagli attuali insufficienti 138 milioni i fondi per le retribuzione dei compensi a presidenti e commissari. Ma anche in questo caso si nasconde una polpetta avvelenata: i45 milioni di euro di differenza saranno sottratti ai finanziamenti previsti in finanziaria per le scuole, ma non per tutte: solo per le statali, per le private, alle quali, come abbiamo appena visto, vanno ex novo altri 6 milioni, non si fa alcuna sottrazione!

Da ultimo, dal prossimo anno nessuno sconto sarà fatto ai candidati esterni: quest’anno, per una combinazione di norme dovute alla stesura dei testi di legge, una parte dei candidati esterni, quelli che risultavano già in possesso della promozione all’ultimo anno, sono riusciti ad evitare il giudizio di ammissione, con un paradossale privilegio nei confronti dei loro omologhi interni. Opportunamente corretto il testo, dal prossimo anno anch’essi dovranno sottoporsi al giudizio di ammissione con la possibilità, quindi, di non essere ammessi.